L’ex tycoon 65enne, rilasciato su cauzione a marzo dopo un periodo di detenzione di 108 giorni, questa volta è accusato di appropriazione indebita dei fondi della società. Gli viene contestato il trasferimento di 34 milioni di dollari verso una succursale Nissan in Oman
Carlos Ghosn, l’ex presidente di Nissan-Renault-Mitsubishi Motors, è stato arrestato nuovamente nelle prime ore del mattino a Tokyo, questa volta con l’accusa di appropriazione indebita dei fondi della società. L'ex tycoon 65enne era stato rilasciato su cauzione a inizio marzo, dopo un periodo di detenzione di 108 giorni (IL PRIMO ARRESTO A NOVEMBRE).
Accusa di appropriazione indebita
I pm hanno spiccato il quarto mandato d'arresto nei confronti dell'ex manager con l'accusa di appropriazione indebita dei fondi della società, avvenuta tramite il trasferimento di 34 milioni di dollari verso una succursale Nissan con sede in Oman, gestita da un conoscente di Ghosn, in un periodo di 7 anni. Nel pagamento di parte del denaro rientrerebbe anche l'acquisizione di uno yacht di fabbricazione italiana. I fondi, secondo i media giapponesi, provenivano da una riserva del gruppo che l'ex dirigente poteva impiegare a sua discrezione.
Renault: “Spese Ghosn da pratiche discutibili e occulte”
Le spese sostenute dall'ex numero uno del gruppo Renault-Nissan "danno adito ad interrogativi, a causa delle pratiche discutibili e occulte da cui derivano e delle violazioni dei principi etici del Gruppo che esse implicano”. Questo il commento in un comunicato diffuso in seguito al cda di Renault, nel quale si legge che la casa automobilistica ha informato l'autorità giudiziaria francese degli elementi di allerta relativi a versamenti effettuati a vantaggio di uno dei distributori Renault in Medio Oriente.
La difesa del tycoon
L'avvocato di Ghosn ha detto che "la decisione del pubblico ministero è estremamente inappropriata". È raro in Giappone, che venga spiccato un nuovo mandato di arresto dopo la concessione, a meno di un mese, della libertà su cauzione. Il team della difesa asserisce che la somma contestata è stata utilizzata per retribuire il lavoro svolto dalla concessionaria in diverse attività nel corso degli anni. Ghosn è già indagato per abuso di fiducia aggravata e una serie di illeciti finanziari, tra i quali l'aver sottostimato i suoi compensi per l'equivalente di 73 milioni di euro. Accuse che l'ex manager ha sempre respinto.