Nel filmato, i componenti del gruppo indossano le divise dei prigionieri e si trovano sul patibolo in un campo di concentramento. Critiche dalle associazioni che lottano contro l'antisemitismo e dal consiglio centrale degli ebrei
Sta suscitando numerose polemiche, in Germania e non solo, il video di “Deutschland”, nuovo singolo dei Rammstein. Nelle immagini, i componenti del gruppo metal tedesco indossano le divise dei prigionieri dei campi di sterminio e sono sul patibolo con un cappio al collo. Uno di loro ha sul petto la stella di David. Il filmato, in cui appare anche una figura molto simile a quella di Adolf Hitler, è stato criticato da numerose organizzazioni e associazioni che lottano contro l'antisemitismo. Reazioni anche dal mondo della politica con la portavoce della Cdu del Forum ebraico che ha parlato di un "riprovevole cattivo gusto", volto soltanto "ad ottenere clic".
Le critiche
“Chi abusa dell'Olocausto per motivi di marketing si comporta in modo deprecabile e immorale”, è la critica mossa dal presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Josef Schuster. Secondo il responsabile federale della lotta all'Antisemitismo, Felix Klein, la rappresentazione "come prigionieri di un campo di sterminio condannati a morte rappresenta il superamento di una linea rossa", riporta Bild. Se si tratta di un puro scopo commerciale, ha continuato Klein, allora è uno "sfruttamento di cattivo gusto della libertà artistica”.
I precedenti
Non è la prima volta che i Rammstein finiscono sotto accusa. Già nel 1998 aveva sollevato scandalo la scelta di utilizzare per un video delle immagini del film di propaganda nazista “Olympia”, girato nel 1936 dalla regista del Reich, Leni Riefenstahl. Ma i componenti del gruppo, tra cui il cantante Till Lindemann, diverse volte, hanno detto di essere lontani dall’ideologia nazista.
Il direttore del campo di Dachau invita la band
Dopo l’uscita del video di “Deutschland”, il direttore del museo del campo di Dachau, Karl Freller, ha invitato la band a visitare il memoriale. Mentre dallo Yad Vashem di Gerusalemme, il museo sull'Olocausto più famoso al mondo, è arrivata una condanna circostanziata. “Va bene l'utilizzazione a fini artistici della Shoah, ma non deve mai puntare a minimizzare o deridere il ricordo di quanto è avvenuto a sei milioni di ebrei,” ha detto un portavoce.