La struttura si trova nella provincia orientale del Jiangsu. Decine di lavoratori sono rimasti feriti, alcuni sono in condizioni gravi. L’esplosione ha provocato una scossa di terremoto in una città vicina
Sono almeno 44 i morti nella violenta esplosione che ieri pomeriggio ha devastato l'impianto chimico della Tianjiayi Chemical e le aree limitrofe a Yancheng, nella provincia orientale del Jiangsu, in Cina. L’ultimo bollettino è stato diffuso dalle autorità locali e rilanciato dai media cinesi. In base agli ultimi dati, quando sono ancora in corso gli sforzi dei soccorritori, ci sono anche 32 feriti in condizioni critiche e diverse altre decine in condizioni gravi (FOTO).
L’esplosione ha provocato un terremoto
L'incidente è avvenuto alle 14:50 locali (7:50 in Italia) di giovedì 21 marzo. Intorno alla stessa ora, l'agenzia cinese sui terremoti ha registrato una scossa di magnitudo 2.2 a Lianyungang, città vicina a Yancheng, lasciando ipotizzare un legame con la potenza dell'esplosione. Dopo lo scoppio, decine di lavoratori sono rimasti intrappolati dal crollo di edifici e strutture dell'impianto. Su Weibo, il Twitter locale, sono apparsi diversi video dei soccorsi in arrivo, del fumo nero sprigionato a seguito della detonazione e dei lavoratori feriti e riusciti a mettersi in salvo. Numerosi residenti nei vicini quartieri sono andati in ospedale per i danni legati all'onda d'urto dell'esplosione che, ad esempio, ha mandato in frantumi i vetri delle finestre. I vigili del fuoco del Jiangsu hanno mobilitato 86 mezzi per le attività di soccorso.
Incidenti dovuti alle precarie norme sulla sicurezza
L'episodio è l'ultimo della serie di incidenti in Cina, dovuti spesso alle precarie norme sulla sicurezza: a novembre, un camion cisterna con combustibile chimico è esploso all'entrata di un impianto chimico a circa 100 km a nord di Pechino, in un'area destinata a ospitare i Giochi olimpici invernali del 2022, uccidendo 23 persone e ferendone altre 22. Nel 2015, la devastazione dell'area dello stoccaggio di sostanze chimiche al porto di Tianjin provocò la morte di almeno 165 persone, oltre a danni stimati in via prudenziale in oltre un miliardo di dollari.