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Venezuela, polizia incendia camion di aiuti. Caos a confine con Colombia e Brasile: morti

Mondo

Il primo convoglio di aiuti umanitari entra nel Paese, ma viene incendiato dalle forze di sicurezza di Maduro. Il presidente chiede di scendere in strada "per l'indipendenza". Guaidò dal versante colombiano: “Distruggere aiuti è crimine contro l’umanità”. Almeno 2 morti

Aggiornamento: secondo quanto riferisce il New York Times, non sarebbero stati gli uomini della polizia fedeli a Maduro, bensì ribelli anti-governativi sostenitori di Guaidó a bruciare i camion. Il quotidiano ha pubblicato alcuni video a sostegno di questa versione.

Situazione drammatica in Venezuela. La "valanga umanitaria" di aiuti, annunciata dal leader dell'opposizione Juan Guaidó e destinata alla popolazione stremata, è stata in gran parte bloccata con la forza alle frontiere da Nicolas Maduro. Le sue forze di sicurezza hanno lanciato una repressione contro i manifestanti al confine con la Colombia, mentre i "colectivos" (gruppi irregolari chavisti) fedeli al presidente avrebbero sparato vicino alla frontiera con il Brasile, causando vittime e feriti. I primi camion di aiuti umanitari inviati dalla comunità internazionale sono entrati in Venezuela attraverso le frontiere con il Brasile e la Colombia. Ma diversi di questi, almeno tre, entrati da Pacaraima e da Urena, sono stati bruciati dalla polizia fedele a Maduro. Guaidó ha commentato: “Distruggere gli aiuti è un crimine contro l’umanità”.
Sui ponti alle frontiere la tensione è alta, con scontri, cariche e lacrimogeni delle forze di sicurezza. Secondo la ong Foro Penal ci sarebbero almeno quattro persone morte e 18 ferite a Santa Elena de Uairen, località a 20 km dal confine con il Brasile, uccise dai "colectivos" che sparano sui manifestanti. Altre fonti parlano di 2 morti. Intanto Maduro ha annunciato di aver interrotto ogni rapporto diplomatico con la Colombia e ha invitato i diplomatici a lasciare il Paese entro 24 ore. 

Scontri e feriti sul confine tra Venezuela e Colombia

Sui ponti di confine con la Colombia le forze dell'ordine fedeli a Maduro respingono con cariche e lacrimogeni i manifestanti d'opposizione che vogliono fare entrare gli aiuti umanitari. Scontri e feriti si sono registrati sul ponte Simon Bolivar, nei pressi di San Antonio del Tachira, a Urena, e a Santa Elena de Uairén. Nel mentre sono diventati 23 i membri delle forze dell'ordine venezuelane che oggi hanno disertato, sconfinando in Colombia.

Guaidó: "Chi impedisce l'ingresso degli aiuti è un disertore"

A confermare l'ingresso dei primi aiuti in Venezuela è stato su Twitter il leader dell'opposizione e presidente autoproclamato Juan Guaidó, che ha parlato dal versante colombiano del ponte Las Tienditas, dove è arrivato accompagnato dal presidente della Colombia Ivan Duque. Guaidó ha definito l'operazione per fare entrare gli aiuti "pacifica, multilaterale e umanitaria, ma di grande fermezza". In una conferenza stampa con il presidente colombiano Duque, il presidente autoproclamato ha affermato: "Mentre noi stiamo preparando l'invio degli aiuti, altri cercano di bloccarli con la violenza", alludendo alle forze dell'ordine venezuelane, che bloccano i confini del Venezuela con Brasile e Colombia. Guaidó ha affermato che "chi impedisce l'ingresso degli aiuti umanitari è un disertore che tradisce il nostro popolo. Chi ci sostiene per salvare le vite dei venezuelani è un vero patriota". 

Maduro chiede ai suoi di manifestare "per l'indipendenza"

Intanto Maduro ha convocato mobilitazioni in appoggio al suo governo e ha chiesto ai suoi di scendere in strada per "l'indipendenza". Ai suoi simpatizzanti a Caracas, Maduro si è rivolto così: “Sono pronto a continuare a governare adesso e per molti anni ancora", ha detto il leader chavista. "Stiamo difendendo, la nostra integrità territoriale e il diritto di essere sovrani e indipendenti", ha poi aggiunto commentando il tentativo dell'opposizione di far entrare nel Paese gli aiuti umanitari. Maduro ha anche annunciato la rottura di "tutte le relazioni diplomatiche e politiche" con il governo "fascista" della Colombia. Ma nella capitale venezuelana c'è anche una contro-manifestazione di migliaia di venezuelani, che chiedono ai militari di schierarsi con la Costituzione. I manifestanti oppositori hanno circondato la base aerea militare di La Carlota, per chiedere alle Forze Armate di permettere l'ingresso degli aiuti umanitari nel territorio venezuelano.

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