ESCLUSIVA. Intervista al Presidente autoproclamato: "Non è ora di sedersi a un tavolo con Maduro". Poi, dopo aver scritto a Salvini e Di Maio, dice: "Presto anche in Italia tutti ci sosterranno"
Sky Tg24 ha intervistato Juan Guaidó, presidente del parlamento venezuelano, riconosciuto dall’opposizione presidente ad interim del Venezuela.
Dopo Nicolas Maduro che ai nostri microfoni aveva ufficialmente chiesto al Papa di intervenire come ruolo di mediatore nella crisi del Paese, anche Guaidó si è detto felice di poter accogliere il Papa ed ha aperto all’aiuto del Vaticano e di tutti coloro che nel modo diplomatico possano aiutare il Venezuela ad uscire dal regime di Maduro.
Durante la sua proclamazione, lei ha giurato su Dio Onnipotente. Il Santo Padre ha detto che sarebbe pronto ad aiutare per il dialogo, per evitare spargimenti di sangue. Può dirci, qui a Sky Tg24, se lei accetterebbe il suo aiuto, la sua mediazione?
Qui, la cosa drammatica in questo momento in Venezuela è che lo spargimento di sangue è in corso. Dopo il 23 Gennaio, dove abbiamo avuto una manifestazione senza precedenti nel nostro paese, in 53 città del Venezuela, milioni di persone nelle strade. Quando le persone stavano ritornando a casa, dei gruppi paramilitari armati, denominati collettivi, o gruppi del Faes, che sono una unità delle forze armate, hanno assassinato a sangue freddo molti di questi ragazzi per cercare di intimidirci, di farci paura, così che questo spargimento di sangue è responsabilità di chi usurpa il Palazzo Presidenziale. Naturalmente, faccio un appello affinché tutti quelli che possono aiutarci, come il Santo Padre, come il resto della Diplomazia, possano collaborare per la fine dell’usurpazione, per un governo di transizione, e a portare a elezioni veramente libere in Venezuela, al più presto (GUARDA IL VIDEO).
Lei vorrebbe invitare il Santo Padre in Venezuela?
Speriamo, magari. Ancora ricordo con affetto quando venne in Venezuela Papa Giovanni Paolo II, sono passati già quasi 25, 26 anni. Sarei felice di ricevere il Papa nel nostro paese, un paese molto cattolico, molto devoto, di grande tradizione religiosa (GUARDA IL VIDEO).
Molti Paesi dell’Europa riconoscono la legittimità della sua Presidenza e chiedono che si vada al voto. Quando ci saranno le prossime elezioni Presidenziali?
In Venezuela ancora viviamo una situazione di sequestro istituzionale. Maduro purtroppo ancora continua a usurpare funzioni e a sequestrare parte della democrazia. Continua a impossessarsi di parte delle armi della Repubblica, così noi non possiamo andare verso un governo di transizione che generi le condizioni istituzionali per arrivare ad avere delle elezioni realmente libere, al più presto. Che cosa vuol dire la fine dell’usurpazione? Che finisca la fame in Venezuela, che finisca questa situazione di sequestro, che finisca l’emigrazione dal paese senza precedenti. Cosa vuol dire un governo di transizione? Poter avere la capacità di stabilizzarci, ricevere gli aiuti umanitari, re-istituzionalizzarci e avere delle elezioni veramente libere, questo è il mandato che ho per Costituzione: raggiungere questo periodo di stabilità, di governabilità, che possa produrre delle elezioni libere in Venezuela, che possa produrre poi una democrazia sana, per sempre, nel nostro paese (GUARDA IL VIDEO).
L’Italia prende tempo, sappiamo che Lei ha scritto ha Di Maio e Salvini. Lei può inviare dalle nostre telecamere un messaggio a Di Maio e al Movimento 5 Stelle, i più prudenti sul riconoscimento della sua legittimità?
Innanzitutto, a tutto il popolo italiano: abbiamo legami fraterni, abbiamo una comunità italiana molto grande che in Venezuela è molto amata, molto amata da tutti. So che stanno molto attenti a tutto ciò che succede in Venezuela, so che stanno molto attenti alla crisi che stiamo attraversando. Il messaggio è che continuino a sostenerci in questa lotta per recuperare la nostra democrazia, la nostra libertà. Sono sicuro che molto presto, come ha detto anche il Presidente (Mattarella), sosterranno non Juan Guaidò, non una presidenza incaricata, ma il recupero delle libertà in un paese che ha le più grandi riserve petrolifere del mondo dove la gente mangia nella spazzatura in modo molto drammatico. Questo sostegno non è per una persona, è alla Costituzione, alla democrazia e a un Movimento popolare non violento, senza precedenti in Venezuela (GUARDA IL VIDEO).
La pesante crisi economica, la fame, l’inflazione fuori controllo. Cosa si può fare di concreto?
Molte cose, la principale è che, una volta finita l’usurpazione, recupereremo fiducia. Il Venezuela continua ad avere risorse naturali molto abbondanti, risorse naturali molto produttive, che potranno generare crescita per il nostro futuro. Qui c’è un elemento fondamentale, che è la sicurezza giuridica, per molto tempo hanno espropriato imprese, rubato ai commercianti, sequestrato le merci, non lasciavano lavorare i venezuelani e neanche gli italo-venezuelani, che qui avevano grandi imprese e grandi industrie. Quindi la sicurezza giuridica è un elemento fondamentale in un paese che ha grandi riserve di petrolio, minerali, alluminio, riserve di gas, un potenziale turistico importante, terra coltivabile, in lungo e in largo ci sono possibilità, se avessimo sicurezza giuridica, un governo serio, decente, che rispetti i diritti umani, sono sicuro che ricostruiremo molto velocemente il Venezuela e supereremo questi 2milioni percentuali di inflazione che è stato uno dei colpi più devastanti per il Venezuela e che ha prodotto povertà e una contrazione dell’economia di quasi 53 punti in 5 anni (GUARDA IL VIDEO).
Trump, che ha riconosciuto la sua Presidenza, ha parlato di possibile azione militare. Lei pensa che sia una opzione possibile?
Siamo di fronte a una dittatura, questa è la prima cosa che va detta. La seconda cosa che voglio dire e che noi venezuelani saremo sovrani delle nostre decisioni. Sento che quello che stiamo generando è il prodotto di un grande movimento, che ha costruito maggioranze, fondato partiti politici, vinto elezioni, e aver rifiutato una farsa per la quale oggi è dichiarato usurpatore Maduro in tutto il mondo. Che voglio dire? Che noi venezuelani stiamo controllando questo processo, che prenderemo le decisioni necessarie perché, con il minore costo sociale, si generi governabilità, stabilità, un futuro, istituzionalizzi e favorisca l’incontro tra i venezuelani dopo la fine dell’usurpazione. Questo processo non è infinito, perché – di nuovo - qui ogni giorno si perdono vite umane. Ogni giorno un bambino perde la vita perché non ha da mangiare o perché mette a rischio il suo futuro perché non riceve le sostanze nutritive necessarie per il suo corpo, per il suo sviluppo fisico, psicologico e cognitivo. Dunque, questo ha un costo e finisce il tempo per raggiungere questo cambiamento. Non perché non ci sia il tempo, ma perché, insisto: si conta in vite umane. Faremo tutto il possibile per mettere pressione a una dittatura e raggiungere la libertà per il Venezuela (GUARDA IL VIDEO).
Avete più volte denunciato la persecuzione politica dell’opposizione. Lei ha paura a fare politica in Venezuela?
Sono stato minacciato di morte, sono stato minacciato di finire in prigione, sono stato perseguitato e sequestrato. Sono stato colpito da proiettili, durante manifestazioni di protesta alle quali ho partecipato. E non abbiamo mai avuto paura di dire la cosa giusta, di fare ciò che consideriamo giusto per la nostra gente, questa non è la via con la quale possono intimidirci. E’ rischioso fare politica in Venezuela? Ci sono molti rischi a fare politica in Venezuela: la prigione, la vita, la nostra famiglia. Però è il nostro futuro, stiamo pensando al futuro dei nostri figli, in questo paese che vogliamo di unità, in questo paese che vogliamo di felicità, mi farebbe paura che il sogno di mia figlia fosse andar via da questo paese. O che debba andare in ospedale e non trovi le medicine di base per curarsi. O che non possa mangiare dignitosamente, mi farebbe molta più paura che lei non potesse camminare liberamente per la strada… Questo oggi in Venezuela non si può fare per la criminalità, dunque no, non abbiamo paura, perché abbiamo dedicato la nostra vita al servizio pubblico (GUARDA IL VIDEO).
Ho realizzato una intervista qualche giorno fa a Nicolas Maduro che mi ha detto che vorrebbe che i capi dell’opposizione si sedessero a un tavolo per il dialogo. C’è questa possibilità?
Adesso no, lo abbiamo fatto tre volte nel passato recente. Probabilmente, quelli che ci stanno vedendo non lo sanno, però l’ultima volta nel 2017 per ottenere elezioni libere, cosa che lui non ha fatto, ha rubato le elezioni, facendo inganni, una farsa. Per tutto ciò oggi il mondo non lo riconosce, una superbia senza precedenti, che fa danno alla nostra gente. Il capo di quella delegazione era Julio Borges, che era il capo del Parlamento quell’anno. Ora è in esilio, il suo collaboratore più stretto è stato assassinato, mentre tornava da una riunione all’Onu con Julio Borges, venne sequestrato in aeroporto ed è stato ucciso, torturato nelle celle del Sebin, la polizia politica del regime. Così, noi abbiamo cercato il dialogo, perché crediamo in una soluzione politica percorribile, rispetto alla crisi, e ancora ci crediamo. Però è chiaro che hanno utilizzato questa richiesta per guadagnare tempo, per prendere in giro il popolo venezuelano e non è più una possibilità in questo momento perché prenderebbero in giro le più immediate necessità della nostra gente (GUARDA IL VIDEO).