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Save the children a tutto campo in difesa dei bambini

Mondo

Alessandra Carboni

Getty Images

La ONG collabora con le comunità locali nei Paesi di tutto il mondo per migliorare la vita dei più piccoli, perché per Save the Children “ogni bambino merita un futuro”. Una rassegna delle campagne più importanti per la tutela dei minori 

Era il 1919 quando l’infermiera britannica Eglantyne Jebb, dama della Croce Rossa durante la Prima guerra mondiale, fondava Save the Children con l’intento di creare un'organizzazione in grado di affermare e tutelare i diritti dei bambini. In questi 100 anni di attività, la ONG ha raggiunto tutto il mondo e oggi lavora in 117 Paesi per aiutare i più piccoli, sia nella quotidianità che in situazioni di emergenza e in tempo di crisi. La riduzione della povertà e della mortalità infantile, l’educazione e la salute, oltre che la difesa dei bambini poveri, esclusi o emarginati, sono i temi principali dei progetti a medio-lungo termine di Save the Children. Ecco alcune delle principali iniziative intraprese dall’Organizzazione.

Emergenza Siria

Save the Children interviene tempestivamente appena scatta un’emergenza: che si tratti di una catastrofe naturale o di un conflitto bellico, la ONG presenzia il territorio del Paese interessato dalla crisi con lo scopo di garantire i bisogni primari a bambini e famiglie. Acqua, cibo, cure e riparo sono la risposta salvavita di Save the Children alle emergenze. E questo è quanto sta cercando di fare in Siria fin dal 2013 per proteggere i minori e fornire loro anche l’aiuto psicologico che serve per affrontare il trauma – in questo caso quotidiano - della guerra. In questi anni in Siria la ONG ha aiutato oltre 2,7 milioni di bambini, e un totale di 4 milioni di persone.

Emergenza Yemen

La grave crisi umanitaria in conseguenza del conflitto in atto in Yemen dal 2015 ha portato Save the Children nel Paese per supportare gli oltre 11 milioni di bambini che in tale situazione hanno estremo bisogno di aiuto. Molti muoiono o sono vittime di mutilazioni per via delle bombe, circa 2 milioni di bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione e sono tantissimi quelli che non hanno accesso a cure mediche. L’aumento dei prezzi e la svalutazione della moneta fanno sì che le famiglie non siano più in grado di comprare cibo né altro. Per questo gli operatori della ONG sono sul campo distribuendo beni di prima necessità ai più vulnerabili, dando inoltre assistenza medica attraverso 10 cliniche mobili e fornendo supporto a 97 centri sanitari. In questi anni Save the Children ha dato assistenza psicologica a oltre 128 mila minori e ha raggiunto con i suoi aiuti più di 4 milioni di persone, di cui oltre 2 milioni di bambini.

Emergenza fame

Fame e malnutrizione sono un problema che riguarda milioni di persone dall'Africa al Medio Oriente, dove i più piccoli lottano per sopravvivere. Questa emergenza è drammatica soprattutto in Somalia dove, a causa di una interminabile siccità, la terra è arida e non coltivabile, il bestiame è stato decimato e le famiglie si sono viste costrette ad abbandonare le proprie case per andare alla ricerca di acqua e cibo. Il rischio malnutrizione è una realtà per 1,2 milioni di bambini. Save the Children cerca di contrastare la crisi curando i bambini malnutriti in centri specializzati e fornendo cibo terapeutico e medicine, ma si occupa anche di portare acqua potabile e cibo alle comunità locali più colpite, oltre che di formare i medici che lavorano presso le cliniche del posto, così da salvare vite e al contempo ridare alla popolazione un minimo di autonomia.

Fino all'ultimo bambino

È stata battezzata Every Last Child la campagna lanciata livello globale da Save the Children nel 2016 per difendere “gli ultimi degli ultimi”, ovvero i bambini più esclusi ed emarginati, come i migranti e i rifugiati, i disabili o quelli appartenenti a minoranze. Perché “a nessun bambino deve essere negata l’opportunità di sopravvivere e imparare, ma nonostante ciò ve ne sono milioni in tutto il mondo che vengono dimenticati semplicemente in virtù di chi sono e dove vivono”.
Grazie a questo progetto la ONG conta di riuscire, nell’arco dei prossimi 3 anni, a proteggere 15 milioni di bambini in tutto il mondo, facendo sì che possano accedere ad assistenza sanitaria salvavita e a sistemi scolastici di qualità.

Illuminiamo il futuro

La campagna Illuminiamo il futuro è stata lanciata in Italia nel 2015 con l’intento di recuperare gli spazi pubblici abbandonati e farne delle aree dedicate ai bambini. Grazie a questo progetto la ONG ha potuto creare fino a ora 24 Punti Luce nei quartieri svantaggiati di alcune città delle regioni di tutto il Paese: si tratta di "spazi ad alta densità educativa" presso i quali vengono offerti sostegno allo studio, gioco e attività motorie, accesso alle nuove tecnologie, consulenze e molto altro ancora possa essere di aiuto ai più piccoli e alle famiglie. Tra le regioni più interessate c’è la Campania, con 4 Punti Luce.

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