Russiagate: arrestato e rilasciato su cauzione Roger Stone, storico alleato di Trump

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L'ex consulente del tycoon è stato rilasciato dietro al pagamento di 250mila dollari. Per lui sono sette i capi d'accusa, tra cui ostruzione della giustizia e falsa testimonianza. Il presidente americano attacca: "È la più grande caccia alle streghe di sempre"

Roger Stone, alleato di lunga data ed ex consigliere informale della campagna presidenziale di Trump, è stato rilasciato dietro il pagamento di una cauzione di 250 mila dollari, dopo essere stato arrestato oggi in Florida, a Fort Lauderdale. Per lui sono sette i capi di accusa, tra cui intralcio alle indagini, manipolazione dei testimoni e falsa testimonianza, nell'ambito dell'inchiesta sul Russiagate. Ma il presidente americano, sul caso, da Twitter attacca: "Nessuna collusione. Siamo di fronte alla più grande caccia alle streghe della storia del nostro Paese".

L'arresto di Stone

L'arresto di Stone è avvenuto a Fort Lauderdale poco dopo le 6 del mattino, quando gli agenti si sono presentati alla porta della sua residenza e gli hanno intimato di aprire. Anche se è stato rilasciato su cauzione, a Stone è stata imposta una restrizione di movimento che gli consente solo di presentarsi dal giudice in Florida o a New York.

L'accusa: sapeva in anticipo delle mail hackerate di Hillary Clinton

Da quanto emerge dalle carte di Robert Mueller, il procuratore speciale che sta conducendo l’inchiesta sulle presunte interferenze della Russia nelle Presidenziali del 2016, alcuni responsabili della campagna di Donald Trump prima delle elezioni ordinarono a Roger Stone di ottenere le email rubate da Wikileaks che potessero danneggiare gli oppositori del tycoon durante la campagna elettorale. Stone era finito da tempo nel mirino di Mueller per aver scambiato messaggi durante la campagna 2016 con Guccifer 2.0, un hacker ritenuto dagli inquirenti uno 007 russo che ha rubato e divulgato le email del partito democratico. E anche per i suoi contatti con Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, il sito dove furono pubblicate le email trafugate. Stone era stato accusato anche dal presidente della campagna elettorale di Hillary Clinton, John Podesta, di essere stato avvertito in anticipo dei piani di WikiLeaks di pubblicare migliaia di email personali hackerate della candidata democratica.

La Casa Bianca: "Trump non ha fatto nulla di sbagliato"

Sulla questione è intervenuta anche la Casa Bianca, con la portavoce che alla Cnn ha spiegato: "Questa storia non ha nulla a che vedere col presidente, il presidente non ha fatto nulla di sbagliato". Stone, che si è sempre dichiarato innocente, dovrà presentarsi in tribunale. L’arresto è stato disposto da un gran giurì federale, ha spiegato un portavoce di Mueller. Nel dicembre 2018 il procuratore speciale Mueller aveva chiesto alla commissione intelligence della Camera di acquisire la testimonianza resa da Stone.

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