Tonga senza Internet, disagi per turisti e abitanti
MondoTutto l'arcipelago delle isole del Pacifico meridionale è offline a causa di un guasto: la rottura di un cavo sottomarino non consente nessuna connessione al web. Problemi per il commercio e i servizi turistici
La rottura di un cavo sottomarino ha messo offline l'arcipelago di Tonga, nel Pacifico meridionale. Gli abitanti e i turisti che si trovano sulle isole sono rimasti senza internet, con conseguenti enormi disagi all'economia locale.
"È una crisi nazionale"
"Siamo tutti molto dipendenti dal web per il commercio e per i servizi pubblici", ha spiegato il 23 gennaio a France Presse (Afp) Mary Fonua, caporedattore del sito d'informazione online Matangi Tonga. "Non abbiamo più Facebook, che viene utilizzato dagli emigrati di Tonga per comunicare con le loro famiglie, le aziende non possono più effettuare ordini, le compagnie aeree non possono più prenotare biglietti", ha aggiunto la giornalista. L'interruzione di internet impedisce anche i trasferimenti di denaro verso l'arcipelago, lasciando molte persone, la maggior parte turisti, senza denaro contante. Il guasto, secondo la giornalista, "è un disastro assoluto per Tonga, una crisi nazionale". Intanto le autorità del Paese sono impegnate nei lavori per risolvere il blackout che, secondo alcuni funzionari, potrebbero durare fino a due settimane. Nel frattempo è stata predisposta una connessione satellitare locale, che però è molto meno potente di quella via cavo.
Bloccare i social per ottimizzare la connessione
Prima del guasto, la connessione internet ai quasi 110mila abitanti di Tonga era garantita da un cavo lungo 827 chilometri, che collegava l’arcipelago alle isole Figi. L’infrastruttura è gestita dalla Tonga Cable, secondo cui fino a quando il servizio non verrà ripristinato totalmente sarà necessario razionare l’utilizzo della connessione satellitare. "I social network rappresentano l'80% del nostro traffico internazionale", ha spiegato a Radio New Zealand la direttrice di Tonga Cable, Paula Piukala. Per questa ragione "potremmo bloccare Facebook, YouTube e altri siti per sfruttare al meglio la larghezza di banda ridotta del satellite per ciò che è importante per il Paese".