Nissan Renault, Ghosn resta in carcere: nuove accuse per l'ex presidente

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(Archivio Getty Images)

Secondo i pm avrebbe trasferito 15 milioni di dollari su una succursale in Arabia Saudita in cambio di garanzie di credito su eventuali perdite in investimenti personali. L’ex tycoon è in stato di fermo a Tokyo dal 19 novembre

L'ex presidente del gruppo Nissan-Renault-Mitsubishi Motors, Carlos Ghosn, 64 anni, resta in carcere. Il pubblico ministero di Tokyo ha formalizzato una seconda incriminazione nei confronti dell'ex manager con l'accusa di abuso di fiducia aggravata e di comunicazioni inesatte sulla propria retribuzione. Ghosn avrebbe scaricato sulla società un trasferimento di circa 15 milioni di dollari fatto su una succursale in Arabia Saudita, in cambio di garanzie di credito a fronte di perdite su investimenti personali. L'ex tycoon si trova in stato di fermo al centro di detenzione della capitale nipponica dal giorno del suo arresto, il 19 novembre. Venne arrestato con l'accusa di aver violato regolamenti finanziari relativi al suo compenso. Pochi giorni dopo venne rimosso dall'incarico.

Il pm: pagamenti fittizi tra 2009 e 2012

La nuova decisione degli investigatori arriva nell'ultimo giorno della carcerazione preventiva approvata dal tribunale, entro il quale il pubblico ministero doveva decidere se incriminarlo o concedere il rilascio. Nissan avrebbe compiuto quattro pagamenti alla divisione collegata all'imprenditore saudita Khaled Al-Juffali, tra il 2009 e il 2012, mascherandole come servizi legati allo studio dell'ambiente, promozioni su vendite e altri articoli di spesa. E-mail dettagliate sui trasferimenti compiuti sarebbero in possesso degli inquirenti per avvalorare la tesi del pubblico ministero di pagamenti fittizi.

Le precedenti accuse

Ghosn era stato già incriminato lo scorso 10 dicembre con l'imputazione di aver sottostimato circa 80 milioni di dollari nel periodo tra il 2010 e il 2017. Il top manager ha contestato ogni accusa, proclamando la sua innocenza nella prima e unica apparizione pubblica, nel corso dell'udienza preliminare dello scorso martedì. Nel frattempo, in un appello ai media, la moglie di Ghosn si è rivolta alle autorità giapponesi per ottenere informazioni sulla salute del marito, colpito da una forte influenza negli ultimi giorni. Dal suo arresto, in più di 50 giorni, a nessun familiare sarebbe stato concesso alcun contatto e durante gli interrogatori non è consentita la presenza del suo avvocato.

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