Il capo del Pentagono da febbraio abbandona l’incarico dopo l’inattesa decisione dell’amministrazione di portare via le truppe dal Medio Oriente. Secondo il generale, “il presidente merita un segretario alla Difesa con idee che sono allineate alle sue”
L’amministrazione Trump perde un altro pezzo. Il capo del Pentagono, il generale Jim Mattis, lascia l’incarico alla fine di febbraio (GLI ALTRI ADDII INTORNO A TRUMP). L’annuncio è arrivato via Twitter dal presidente, con cui il rapporto ha subìto una crepa insanabile dopo la decisione del tycoon di ritirare le truppe Usa dalla Siria e dimezzare i militari statunitensi dall’Afghanistan. Mentre il presidente ha parlato di “pensionamento” è emerso che Mattis si è dimesso. E nella sua lettera di dimissioni consegnata alla Casa Bianca ha scritto: “Ho avuto il privilegio di servire questo Paese. Sono orgoglioso dei progressi degli ultimi due anni", il presidente Donald Trump merita un segretario alla Difesa con "idee che sono allineate alle sue”. Secondo i media, Mattis sarebbe stato colto di sorpresa dall'annuncio del ritiro delle truppe in Medio Oriente e non sarebbe stato informato in anticipo.
Bufera contro Trump
Trump ha detto giorni fa che "gli Stati Uniti non vogliono essere il poliziotto del Medio Oriente. Ora tocca agli altri combattere". I duemila soldati Usa in Siria dovranno tornare a casa entro 30 giorni. E altri 7mila saranno ritirati a breve dall'Afghanistan, dimezzando di fatto la presenza statunitense nel Paese. Le mosse hanno scatenato l'ennesima bufera su Trump perché si tratta di una decisione presa contro tutto e tutti. Al Congresso un coro bipartisan chiede al presidente un chiarimento, soprattutto sulla strategia complessiva dietro la sua decisione. Con molti osservatori che mettono in evidenza come la posizione assunta da Trump sia paradossalmente molto simile all'atteggiamento di Barack Obama sulla politica da seguire in Medio Oriente, una visione secondo cui non è compito degli Usa interferire negli affari della regione.