Durante il discorso alla Curia Romana, il Pontefice ha ribadito che i peccati e i crimini delle persone consacrate “deformano il volto della Chiesa”. E ha sottolineato: "Dinnazi a questi abomini la Chiesa farà tutto il necessario"
A quanti abusano dei minori vorrei dire: convertitevi e consegnatevi alla giustizia umana, e preparatevi alla giustizia divina". Papa Francesco è tornato a parlare degli abusi sessuali in ambito ecclesiastico nel discorso alla Curia Romana per lo scambio degli auguri natalizi. "La Chiesa - ha detto Bergoglio - da diversi anni è seriamente impegnata a sradicare il male degli abusi, che grida vendetta al Signore, al Dio che non dimentica mai la sofferenza vissuta da molti minori a causa di chierici e persone consacrate: abusi di potere, di coscienza e sessuali".
Il Pontefice nel suo discorso alla Curia Romana ha sottolineato che "l'esempio eroico dei martiri e dei numerosissimi buoni samaritani, ossia dei giovani, delle famiglie, dei movimenti caritativi e di volontariato e di tanti fedeli e consacrati, non ci fa scordare comunque la contro-testimonianza e gli scandali di alcuni figli e ministri della Chiesa". "I peccati e i crimini delle persone consacrate - ha continuato - si colorano di tinte ancora più fosche di infedeltà, di vergogna e deformano il volto della Chiesa minando la sua credibilità. Infatti, la Chiesa, insieme ai suoi figli fedeli, è anche vittima di queste infedeltà e di questi veri e propri reati di peculato".
"Dinanzi a questi abomini la Chiesa farà tutto il necessario"
"Sia chiaro - ha scandito il Pontefice - che dinanzi a questi abomini la Chiesa non si risparmierà nel compiere tutto il necessario per consegnare alla giustizia chiunque abbia commesso tali delitti. La Chiesa non cercherà mai di insabbiare o sottovalutare nessun caso". Ricordando il peccato di Re Davide che fece uccidere un suo generale per sedurne la moglie, il Papa ha poi osservato: "La catena del peccato si allarga a macchia d'olio e diventa rapidamente una rete di corruzione. Dalle scintille dell'accidia e della lussuria, e dall'abbassare la guardia, inizia la catena diabolica dei peccati gravi: adulterio, menzogna e omicidio. Presumendo, essendo re, di poter fare tutto e ottenere tutto, Davide cerca anche di ingannare il marito di Betsabea, la gente, sé stesso e perfino Dio. Il re trascura la sua relazione con Dio, trasgredisce i comandamenti divini, ferisce la propria integrità morale, senza neanche sentirsi in colpa", ha concluso.