Ultimatum degli Usa al resto del gruppo riunito a Buenos Aires. Prove d’intesa con la Cina sul commercio anche se le posizioni restano lontane. Il tycoon annulla anche l’incontro con Putin
Gli Usa hanno lanciato un ultimatum al resto del gruppo all’apertura del G20: sono pronti a ritirarsi dal summit se non gradiranno il testo sulla libertà dei commerci. Donald Trump è pronto a dissociarsi dal documento finale se non si troverà un accordo con la Cina con la quale è in atto una sorta di guerra sui dazi. Il presidente americano ha parlato di “buoni segnali” e ha auspicato "un grande incontro" con il collega Xi Jinping ma le posizioni restano lontane.
La trattativa sul comunicato finale
Trump attraverso il consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton ha subito chiarito di non accettare che nel comunicato finale si parli di “libero commercio” senza che l'espressione sia affiancata dalla definizione di “equo”. Gli Usa "sono impegnati a lavorare per il consenso sul comunicato ma si opporranno con forza contro un linguaggio che pregiudica le posizioni americane e sono pronti ad andarsene se necessario", ha sottolineato un funzionario della Casa Bianca.
Tesi anche i rapporti tra Usa e Russia
A Buenos Aires, si registra anche una disdetta che fa rumore. Trump ha annullato l'incontro con Vladimir Putin (si vedranno solo brevemente a margine dei lavori): ufficialmente a causa della crisi tra Russia e Ucraina nel mare di Azov, ma molti hanno legato l'annuncio alle ultime ammissioni dell'ex avvocato del presidente Usa, Michael Cohen, sui rapporti tra il miliardario e Mosca. L'indagine sul Russiagate, che Trump è tornato a definire "una caccia alle streghe", danneggia i rapporti tra Washington e Mosca, hanno sottolineato dalla Casa Bianca.
Sorrisi tra Putin e il principe saudita
Distensione e grandi sorrisi, invece, tra Putin e Mohammed bin Salman alla cerimonia di apertura: il principe ereditario saudita è un altro degli osservati speciali del vertice, al quale è giunto con il peso dell'orrendo omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi nel consolato di Riad a Istanbul, di cui molti lo accusano di essere il mandante. Putin e bin Salman si sono salutati con entusiasmo, e hanno continuato a mostrare la buona intesa anche una volta seduti al tavolo, uno accanto all'altro.