Secondo le autorità siriane, gli insorti avrebbero utilizzato gas tossici in un attacco contro la popolazione in alcune zone residenziali. I ribelli negano responsabilità. Oltre 100 i feriti, alcuni gravi. La Russia ha risposto con i primi bombardamenti da due mesi
Sono oltre cento le persone rimaste ferite dopo un sospetto attacco chimico che, secondo le autorità siriane e l’agenzia di Stato, è stato condotto ieri dai ribelli ad Aleppo, nel nordest della Siria. I ribelli hanno negato responsabilità. Ma la Russia ha reagito bombardando diversi settori sotto il controllo di insorti e jihadisti. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che il bombardamento ha martellato il quartiere di Al Rashidin, alla periferia di Aleppo, e la località di Khan Tuman, a sudovest della città. Si tratta dei primi bombardamenti sulle zone da più di due mesi, cioè da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco il 17 settembre scorso. Non è chiaro se ci siano state vittime civili.
Le accuse di Damasco, i ribelli negano
Il governo di Damasco ieri ha accusato i ribelli della periferia di Aleppo, nella zona demilitarizzata negoziata tra Russia e Turchia nel nordovest della Siria, di aver utilizzato gas tossici in un attacco contro la popolazione in alcune zone residenziali. I ribelli hanno negato di essere i responsabili dell'attacco chimico e hanno accusato Damasco di voler minare il cessate il fuoco. L'agenzia di stampa Sana ha riportato che l’attacco è stato effettuato da "gruppi terroristici posizionati nella campagna di Aleppo", che hanno sparato proiettili contenenti gas tossici in 3 quartieri. Il ministero degli Esteri siriani, secondo l’agenzia, ha aggiunto che “questo atto terroristico” è stato condotto con il sostegno di "alcuni Paesi" che hanno aiutato i ribelli ad avere accesso alle sostanze chimiche.
Oltre 100 i feriti
L’agenzia di Stato ha denunciato "107 casi di soffocamento". Secondo la ong Osservatorio siriano per i diritti umani, le persone curate e dimesse sono state 94, mentre 31 sono ancora in ospedale (alcune in gravi condizioni).
La reazione di Mosca
Poche ore dopo la diffusione della notizia dell'attacco, Mosca ha reagito bombardando diversi punti sotto il controllo di ribelli e jihadisti vicino Aleppo. Il portavoce dell'esercito russo, il generale Igor Konashenkov, ha detto ai giornalisti che gli aerei hanno distrutto le postazioni dei militanti nel nordest della Siria. “I caccia hanno colpito le posizioni di artiglieria dei terroristi nella zona, da dove sono stati condotti i bombardamenti sui civili di Aleppo con armi chimiche”, ha dichiarato Konashenkov. Una squadra di specialisti, ha aggiunto, è già stata inviata ad Aleppo. L'ondata di bombardamenti e attacchi aerei russi rappresenta la più grave violazione della tregua raggiunta da Russia e Turchia, che ha portato una relativa calma nel nord del Paese negli ultimi due mesi.
Siria chiede condanna dell’attacco all’Onu
Il governo siriano, intanto, ha inviato una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e al Consiglio di sicurezza per chiedere una condanna “immediata e forte” dell’“attacco con gas tossico” ad Aleppo. Il ministero degli Esteri siriano ha esortato l'Onu a prendere "misure deterrenti, immediate e punitive" contro gli Stati e i regimi che finanziano il terrorismo. Sulla questione è intervenuto anche il presidente francese Emmanuel Macron: ha spiegato che discuterà dei recenti sviluppi in Siria con i partner internazionali, membri Ue e non, nei prossimi giorni.