Continua ad aggravarsi il bilancio dei morti causati dai roghi che ormai da giorni stanno devastando lo Stato americano. Intanto, mentre le fiamme avanzano verso Sud, aumentano anche gli sfollati
È salito a 50 il bilancio delle vittime degli incendi che stanno devastando la California da giovedì 8 novembre. A riportarlo è il quotidiano britannico The Guardian, secondo il quale sarebbero 48 i morti provocati dall'incendio ribattezzato "Camp fire", nel nord dello Stato, e due causati dal "Woolsey Fire", più a sud, nella contea di Los Angeles.
Centinaia i dispersi, migliaia gli sfollati
Oltre alle vittime, sarebbero centinaia le persone disperse e migliaia quelle che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione a causa delle fiamme: si parla di oltre 150mila sfollati (FOTO). L’incendio Woolsey è il peggior rogo della storia della California dopo quello del 1933 scoppiato a Griffith Park, a Los Angeles, nel quale persero la vita 29 persone. Enormi le difficoltà nell’arginare i roghi: il fumo viene spinto dai venti verso l'oceano Pacifico rendendo quasi impossibili i soccorsi. Le autorità hanno così deciso di chiudere diverse autostrade e hanno evacuato intere città, tra cui Concow e Paradise, che è stata divorata dal fuoco. A peggiorare la situazione la presenza in diverse aree di depositi di combustibili e materiali infiammabili. Dalle immagini del satellite Terra della Nasa sono ancora evidenti le colonne di fumo che si sollevano dai tre roghi che hanno divorato un'area di oltre 800 chilometri quadrati.
Le polemiche politiche
Intanto continuano le polemiche politiche. In particolare dopo che Trump ha dichiarato lo stato di calamità naturale soltanto nella notte tra il 12 e il 13 novembre, a quasi una settimana dal divampare delle fiamme. Il presidente ha sbloccato così gli aiuti federali per i centri di accoglienza e per la ricostruzione. Una decisione tardiva, dietro la quale si celano anche motivazioni politiche. Il tycoon aveva accusato le autorità californiane di aver mal gestito i boschi, ma la dura replica era prontamente arrivata: "Il presidente si informi, a bruciare sono soprattutto i boschi di proprietà dello stato federale, non quelli statali". Contro il presidente anche alcune star: Neil Young, che ha perso la sua casa di Malibù, ha scritto che "la vera ragione degli incendi è il cambiamento climatico", alludendo alle politche del tycoon sul clima. La leggenda del rock non è comunque la sola stella di Hollywood ad aver subito danni: nei giorni scorsi, altri vip che abitano nella zona sono rimasti senza casa. Tra questi l’attore scozzese Gerard Butler che ha postato una foto dei resti della sua villa sventrata dal fuoco, ringraziando i vigili del fuoco per il loro coraggio, mentre la popstar Miley Cyrus ha detto di essere "fra i fortunati" per essere riuscita a scappare dal fuoco con i suoi animali e il fidanzato Liam Hemsworth.