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Asia Bibi, appello del marito a Italia: “Ci aiuti a lasciare Pakistan”

Mondo

Ashiq Masih: “Io e la mia famiglia siamo in pericolo”. La donna, condannata 8 anni fa all'impiccagione per blasfemia e ora assolta dalla Corte Suprema, non può uscire dal Paese dopo le proteste dei fondamentalisti islamici. Salvini: “Ci stiamo lavorando con discrezione”

“Aiutateci a fare uscire dal Pakistan me e la mia famiglia perché siamo in pericolo”. È questo l’appello al governo italiano lanciato dal marito di Asia Bibi (CHI È), la donna cristiana condannata 8 anni fa all'impiccagione per blasfemia e di recente assolta dalla Corte Suprema. La 47enne non può lasciare il Paese a causa delle proteste dei fondamentalisti islamici. “Ci stiamo lavorando con discrezione”, è la risposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

L’appello del marito di Asia Bibi

L’appello urgente del marito di Asia Bibi, Ashiq Masih, è stato lanciato in un videomessaggio ad “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. “La nostra vita è in pericolo, abbiamo difficoltà anche a trovare da mangiare”, ha detto l’uomo nella sua richiesta d’aiuto all’Italia. Lui e la figlia Eisham erano stati nel nostro Paese lo scorso 24 febbraio, come testimoni dell'evento di Acs “Colosseo Rosso”, quando il monumento romano era stato illuminato in solidarietà con chi è perseguitato per ragioni di fede. “È molto importante l'attenzione della comunità internazionale e dei media per mantenere viva Asia Bibi e per proteggerci”, ha aggiunto Ashiq Masih.

Salvini: “Ci stiamo lavorando con discrezione”

Sulla vicenda è intervenuto il vicepremier Salvini. “Ci stiamo lavorando con altri Paesi occidentali, con discrezione per evitare problemi in loco alla famiglia che vuole avere un futuro. Posso assicurare che io, da ministro ma anche da leghista, ci tengo che donne e bambini a rischio della vita possano avere un futuro”, ha detto a Rtl 102.5. Salvini ha poi ribadito che saranno “garantite vita, futuro e libertà a questa povera famiglia”, ma ha sottolineato che “ci sono tanti italiani in Pakistan e dobbiamo stare attenti a parlare”. “Il nemico è il fanatismo", ha concluso.

Le proteste dopo l’assoluzione

Secondo i media, il marito di Asia Bibi avrebbe chiesto asilo anche a Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada. In Pakistan, dopo l’assoluzione della donna, sono scoppiate le proteste degli integralisti islamici. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere l'impiccagione della donna. Le manifestazioni, organizzate dai partiti religiosi, sono durate tre giorni e la polizia del Punjab ha arrestato circa 1.100 persone sospettate di aver ferito agenti di e di aver danneggiato proprietà private e pubbliche.

La donna non può lasciare il Pakistan

Asia Bibi era stata condannata a morte in Pakistan nel 2010 da una corte del distretto di Nankan per "avere offeso il profeta Maometto", poi mercoledì scorso è stata assolta dall'accusa di blasfemia. Le proteste, però, hanno convinto il governo di Imran Khan a bloccare il rilascio della donna. L'accordo tra il premier e il partito Tehreek-i-Labaik (Tlp) prevede che le autorità impediscano ad Asia Bibi di lasciare il Paese fino a quando la Corte Suprema non riesaminerà il suo verdetto di assoluzione. Il ricorso, previsto dalla legge pachistana, è già stato presentato. Intanto Saif ul-Malook, avvocato della donna, ha dovuto lasciare il Pakistan in tutta fretta dopo che le minacce di morte da parte dei gruppi radicali islamici sono diventate un pericolo più che concreto.

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