Elezioni Midterm, Wp: pronto rimpasto. Trump conferma ma non fa nomi

Mondo
(Getty Images)

"Le amministrazioni normalmente fanno cambiamenti dopo Midterm", ha detto il presidente. Ma non ha aggiunto nulla su nomi o tempi. Secondo il quotidiano, tra le figure più a rischio il ministro della Giustizia Sessions e la segretaria per la Sicurezza interna Nielsen

Negli Stati Uniti sono in arrivo grandi cambiamenti nella squadra di Donald Trump. Il presidente, infatti, sta pensando a un rimpasto dopo le elezioni di Midterm, in programma domani (COSA SONO). A confermare quella che per tutta la giornata è stata un'indiscrezione dei media Usa è stato lo stesso tycoon. "Le amministrazioni normalmente fanno cambiamenti dopo Midterm", ha detto Trump ai cronisti. Nessun dettaglio, però, sui nomi in bilico né sui tempi. Uno dei primi giornali a parlare del rimpasto era stato il Washington Post, secondo cui le posizioni a rischio sarebbero soprattutto quelle del ministro della Giustizia, Jeff Sessions, e della segretaria per la Sicurezza interna, Kirstjen Nielsen. La settimana scorsa il sito Politico aveva ipotizzato che il rimpasto coinvolgerà in tutto cinque membri del governo.

Trump conferma rimpasto ma non fa nomi

Trump, dopo aver confermato i cambi in arrivo, ha spiegato di essere circondato da "alcune persone davvero di talento" e ha sottolineato che "in gran parte" ama il suo esecutivo. Per quanto riguarda i nomi a rischio, il capo della Casa Bianca non si è lasciato sfuggire nulla. Si è però detto "sorpreso" dalla domanda riguardo al capo del Pentagono James Mattis, un altro dei ministri che secondo i media potrebbero essere rimpiazzati. "Perché lo dovrei fare? Si tratta di un nuovo rumor? No, non intendo farlo. Sono rimasto sorpreso da questa domanda", ha dichiarato. Quanto al ministro dell'interno Ryan Zinke, pur elogiandone il "buon lavoro", ha assicurato che darà un'occhiata alle varie inchieste che lo riguardano. Secondo quanto riferito dalla Brookings Institution, fino ad ora l’amministrazione Trump ha registrato un alto livello di turnover: con il 58% di ricambio interno, il presidente ha distaccato tutti i suoi più recenti predecessori.

I nomi in bilico

Al momento, quella di Sessions sembra essere la figura più vulnerabile e secondo diversi funzionari sarà silurato qualche giorno dopo il voto di domani. Il Washington Post,, inoltre, ipotizza che insieme a lui verrà allontanato anche il viceprocuratore generale Rod J. Rosenstein, supervisore dell’indagine del procuratore speciale Robert Mueller sull’ingerenza della Russia nelle ultime elezioni presidenziali. Al centro delle voci che stanno circolando, c'è poi Nielsen, protetta del capo di gabinetto, John Kelly, ma che Trump accuserebbe di non essere sufficientemente dura con l'immigrazione illegale. Una relazione tesa che, dice il Washington Post, è data da posizioni reciproche. Incerto, come detto, anche il futuro del segretario alla Difesa, James Mattis – con cui il presidente si è spesso scontrato su temi come l’accordo con l’Iran e i conflitti in Afghanistan e Siria – e del segretario all'Interno, RyanZinke. Oltre a loro anche il segretario al commercio, Wilbur Ross, potrebbe abbandonare la poltrona, insieme alla portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders. Il Washington Post, in questi ultimi due casi, parla di “decisioni prese di comune accordo” e, per quanto riguarda Sanders, date dalla possibilità di fare carriera.

Le midterm elections

Le midterm elections americane sono elezioni di metà mandato che si tengono due anni dopo quelle presidenziali. Con queste votazioni gli Stati Uniti eleggono parte del Congresso (tutta la Camera e un terzo del Senato), alcuni governatori dei singoli Stati, sindaci e assemblee locali. Queste elezioni hanno un importante significato politico perché costituiscono un segnale del gradimento o meno della politica della Casa Bianca attuata fino a questo momento. Per ora, i sondaggi non premiano l’attuale presidente: secondo il sito FIveThirtyEight, i democratici hanno l’85% di possibilità di strappare la maggioranza della Camera al partito conservatore. Se questo si dovesse avverare, il partito potrebbe essere in grado di bloccare i provvedimenti del presidente Trump per i prossimi due anni.

Mondo: I più letti