Chiamare il bluff o chiamarsi fuori, ultime mani della partita-Brexit

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Liliana Faccioli Pintozzi

Mentre Theresa May lima la posizione con cui si presenterà mercoledì prossimo a Bruxelles, deve fare i conti con le tante anime della sua maggioranza, tutte pronte a far cadere il governo. Almeno, a parole.

Intorno al tavolo tondo, coperto da un panno verde consunto dall'uso, i quattro giocatori sono alle ultime mani di una partita che dura da mesi. E in queste ultime mani ci si gioca davvero tutto. Non c'è mucchietto di fiches che possa sopravvivere; si combatte per il piatto, si combatte per la sopravvivenza. Così, nella stanza dai contorni indefiniti la tensione è palpabile, la luce bassa, l'aria densa di fumo. E' il momento della verità.

La Lady, l'Irlandese, il Sindaco, l'Europeo. Le carte sono distribuite. Il chip per giocare è stato versato. Ora è il momento della tattica, e del coraggio. Chiamare il bluff o chiamarsi fuori.

E' la Lady a guidare il gioco. Fino ad oggi ha continuato a rilanciare. L'ultima carta, non ancora svelata ma sospettata: come meccanismo di garanzia per sciogliere il nodo irlandese dovrebbe proporre a Bruxelles di mantenere tutto il Regno Unito in un'Unione doganale con l'Unione europea in modo transitorio ma a tempo indeterminato, ottenendo però in cambio la libertà di firmare accordi commerciali indipendenti. Allo stesso tempo, di fatto l'Ulster rimarrebbe nel mercato unico. E' intorno a questa idea che ha riunito i "suoi" ministri, il suo "Chequers Defense Group": li vuole convinti, perché questa carta, prima di andare allo scontro con l'UE, deve essere approvata da tutto il Governo. E i franchi tiratori non mancano.

A partire da chi al governo non siede, ma con i suoi 10 voti il governo lo tiene in vita. L'Irlandese mostra i muscoli, al tavolo, e minaccia l'Armageddon. Qualsiasi differenza tra Nord Irlanda e Gran Bretagna è un attacco al cuore stesso del DUP, se la Lady dovesse veramente giocare quella carta la risposta non potrebbe che essere, a fine mese, il voto contrario sul Budget - e un governo non sopravvive a una sconfitta del genere, nonostante le rassicurazioni di Downing Street. Nella stanza non c'è solo odore di fumo, c'è anche odore di elezioni anticipate.

Ma la carta del voto contrario è una carta comune. La minaccia anche il Sindaco, con i suoi capelli biondi e le sue affermazioni colorite. "Non saremo una colonia europea" continua a borbottare, il voto contrario sarebbe quello della Squadriglia Brexit, appuntamento a dicembre quando in gioco ci sarà l'eventuale accordo.

Tace per ora, ma osserva attento pronto a sfruttare qualsiasi resto l'Europeo. Che teme ancora il peggio, ma sa che - alla fine - potrebbe trovarsi a vincere, pur nella sconfitta. Tace, ma organizza le carte.

E' l'ultimo giro, ora bisogna capire chi bluffa. Perché tutti hanno in gioco molto.

La Lady, ovviamente, il governo stesso. Ma l'Irlandese rischia di favorire l'arrivo di un esecutivo guidato da Jeremy Corbyn, da sempre contrario alle sue istanze. Mentre il Sindaco potrebbe veder sfumare del tutto l'idea della Brexit.

Chi bluffa? La partita, a Londra, sta per finire. La prossima si deve giocare al tavolo di Bruxelles.

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