Caso Kavanaugh, oggi il voto del Senato. Trump: "Testimonianza onesta"

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Brett Kavanaugh (Foto: Getty Images)

Nel pomeriggio (la mattinata americana) la decisione sul caso che vede coinvolto il giudice scelto dal presidente ma accusato da alcune donne di averle aggredite sessualmente. Il tycoon lo difende e attacca i democratici: “Strategia per distruggerlo”

Sarà un voto sotto lo spettro delle accuse di molestie sessuali quello di oggi alla commissione giustizia del Senato, che nelle prossime ore (probabilmente in mattinata americana) dovrà decidere sulla nomina di Brett Kavanaugh, il giudice scelto da Donald Trump per la Corte Suprema accusato da almeno due donne di averle aggredite sessualmente. Una di loro, Christine Blasey Ford, ha testimoniato ieri di fronte alla commissione: “Mi tappò la bocca per impedirmi di gridare, per me era difficile respirare e pensai che mi potesse uccidere per sbaglio”. Dopo di lei, ha testimoniato anche Kavanaugh, che ha parlato si "un attacco politico calcolato e coordinato". Stessa teoria sostenuta dal presidente Trump che, in un tweet, ha espresso il suo sostegno al giudice.

Trump accusa i democratici

"Il giudice Kavanaugh ha dimostrato all'America esattamente il perché io l'ho nominato - ha scritto su Twitter il tycoon appena terminata la testimonianza di Kavanaugh al Congresso - La sua testimonianza è stata potente, onesta e affascinante. La strategia dei democratici tesa a distruggere è vergognosa e questo processo è stato una totale vergogna e uno sforzo per rinviare, ostacolare e resistere. Il Senato deve votare!".

La testimonianza di Kavanaugh

Stessa linea che ha tenuto il giudice durante la sua testimonianza, quando ha parlato di “un’offensiva politica calcolata e orchestrata alimentata dalla rabbia per l'elezione del presidente Trump nel 2016". "Non mi farò intimidire, potete sconfiggermi nel voto finale ma non lascerò mai", ha proseguito, denunciando che l'iter per la sua conferma "è diventato una vergogna nazionale", "un attacco politico calcolato e coordinato", "un circo" le cui conseguenze "persisteranno fino a dopo la mia conferma". Ma è apparso in evidente imbarazzo quando ha preferito dribblare la domanda a sorpresa del senatore democratico Dick Durbin, che gli aveva chiesto se era favorevole ad interrompere l'audizione e chiedere una indagine dell'Fbi.

Il racconto di Christine Blasey Ford

Altrettanto sicura nel suo racconto è stata Christine Blasey Ford, che ha detto di essere certa “al 100%” delle sue accuse: "È stato lui, ne sono sicura al 100%. Credevo che mi violentasse, mi tappò la bocca per impedirmi di gridare, per me era difficile respirare e pensai che Brett mi potesse uccidere per sbaglio. Lui e Mark erano ubriachi e ridevano, sembravano divertirsi". E a chi la accusa di essere una pedina politica in mano ai democratici ha risposto: "Sono qui oggi non perché volevo esserci. Sono terrorizzata. Sono qui perché credo sia mio dovere civico dirvi la verità. Sono stata accusata di agire per motivi politici di parte, ma sono una persona fortemente indipendente e non sono una pedina di nessuno".

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