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Molestie, l’accusatrice di Kavanaugh in Senato: “Pensavo mi uccidesse”

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Christine Blasey Ford, la prima donna che ha puntato il dito contro il giudice indicato da Trump alla Corte Suprema, ha testimoniato davanti alla commissione Giustizia del Senato Usa. Lui replica: “Calunnie, non mi farò intimidire"

"Brett mi ha palpeggiata e ha provato a togliermi i vestiti, era ubriaco e ho creduto mi avrebbe violentata". Così Christine Blasey Ford, davanti alla commissione Giustizia del Senato Usa, ha iniziato a raccontare la sua versione di quello che accade, nel 1982, a una festa di liceali durante la quale il giudice Brett Kavanaugh, indicato dal presidente Donald Trump alla Corte Suprema, avrebbe tentato di violentarla. "Non sono qui perché voglio essere qui, sono terrorizzata, ma penso che sia un mio dovere civico testimoniare", ha aggiunto la docente di psicologia. Kavanaugh, nelle dichiarazioni scritte che apriranno la sua testimonianza, parla di "calunnie dell'ultimo minuto".

“Brett mi tappò la bocca, ho pensato che mi avrebbe accidentalmente uccisa”

Ford ha cominciato presentandosi come docente di psicologia in California e raccontando di avere due figli. Inizialmente concentrata e apparentemente calma, è andata avanti nel suo racconto diventando sempre più tesa, fino alle lacrime: "Provai a gridare per chiedere aiuto - ha raccontato - ma quando lo feci, Brett mi tappò la bocca con una mano per impedirmi di urlare". "Questo mi ha terrorizzata più di tutto ed è stato l'impatto più duraturo sulla mia vita - ha continuato - Era difficile per me respirare e ho pensato che Brett mi avrebbe accidentalmente uccisa".

“Brett e Mark ridevano durante l’aggressione”

La donna ha parlato anche di un altro ragazzo presente durante l’episodio di 36 anni fa: Sia Brett sia Mark (Judge) ridevano ubriachi durante l'aggressione". "Entrambi sembravano divertirsi, Mark incitava Brett, anche se qualche volta gli disse di fermarsi. Un paio di volte colsi lo sguardo di Mark e pensai che potesse tentare di aiutarmi, ma non lo fece", ha detto Ford, sottolineando che il ricordo più forte di quell'episodio è la risata fragorosa dei due. "Non ricordo tutto quello che vorrei. Ma i ricordi di quella sera che mi portano qui oggi non li dimenticherò mai - ha aggiunto la donna - sono scolpiti nella memoria e mi hanno ossessionata in diversi momenti della mia vita".

Kavanaugh: “Calunnia grottesca ed evidente”

"Non ero perfetto allora, come non sono perfetto oggi. Bevevo birra con i miei amici, di solito nei weekend. Qualche volta ne bevevo troppa. A posteriori, ho detto e fatto cose al liceo che mi fanno rabbrividire. Ma non è questo il motivo per cui siamo qui oggi", dice il giudice Kavanaugh nelle dichiarazioni scritte che apriranno la sua testimonianza alla commissione giustizia del Senato. Le conseguenze delle "false accuse" di aggressione sessuale, aggiunge Kavanaugh, "vanno oltre una nomination: questa calunnia grottesca ed evidente, se sarà consentito che abbia successo, dissuaderà persone competenti e oneste di tutte le convinzioni politiche dal servire il Paese".

Kavanaugh: “Sempre negato, non riuscirete a farmi lasciare”

Il giudice si è poi difeso, intervenendo davanti alla commissione subito dopo Ford: "Fin da subito ho negato immediatamente, categoricamente e inequivocabilmente", ha sottolineato Brett Kavanaugh nella dichiarazione di apertura: "Ascoltate chi mi conosce", ha aggiunto. “Non mi farò intimidire per lasciare questo processo di conferma – ha poi detto - potete sconfiggermi nel voto finale ma non riuscirete a farmi lasciare, mai".

Il sostegno di Trump e Pence

Sia il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sia il vicepresidente Mike Pence hanno telefonato a Kavanaugh prima dell'udienza al Senato per manifestare il loro sostegno. Stando a una fonte informata citata dalla Cnn, il tycoon ha consigliato al giudice di essere aggressivo e determinato nel respingere le accuse.

Le attiviste del movimento #Metoo contro Kavanaugh

Ad attendere Ford, invece, c’erano attiviste e simpatizzanti del movimento #Metoo. Tra loro anche l'attrice Alyssa Milano, che lo scorso anno contribuì a rendere popolare il movimento contro le molestie alle donne e che ha detto di credere a Christine, chiedendo ai senatori di respingere la nomina del giudice alla Corte Suprema.

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