Armi nucleari, il monito dell'Onu: eliminarle per garantire il futuro
MondoIl 26 settembre si celebra Giornata mondiale per l’eliminazione totale degli ordigni atomici, uno degli obiettivi primari delle Nazioni Unite. Ad oggi nel mondo ci sono quasi 15mila testate e più della metà della popolazione mondiale vive in Paesi che le possiedono
Per "garantire il futuro comune è necessario attuare un progressivo disarmo", soprattutto per quanto riguarda gli ordigni più pericolosi. La Giornata mondiale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, che si celebra 26 settembre, è l'occasione per fare i conti con uno degli obiettivi primari delle Nazioni Unite: raggiungere la pace e la sicurezza in un mondo libero dagli ordigni atomici. Quest’ultimi, infatti, continuano a rappresentare una minaccia inaccettabile, con più della metà della popolazione mondiale che vive in paesi che possiedono armi nucleari o che fanno parte di alleanze nucleari.
Una battaglia datata
La giornata mondiale per l’eliminazione totale delle armi nucleari è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 2013 con la Risoluzione A/RES/68/32 ed ha l’obiettivo di ricordare alla comunità internazionale la necessità di un impegno comune volto al disarmo. Nonostante alla causa sia stato dedicato un giorno piuttosto recentemente, la volontà di eliminare dagli arsenali le testate atomiche ha radici lontane. Già nel 1946, infatti, fu oggetto di una risoluzione dell’Assemblea Generale, che consentì l’istituzione di una Commissione per l’utilizzo pacifico dell’energia atomica. Più tardi, nel 1959, il disarmo è stato inserito nel programma dell’Assemblea Generale, e nel 1975 è stato il tema delle conferenze di riesame del Trattato di non proliferazione nucleare. Tre anni più tardi, infine, l’Onu ha definito il disarmo "una massima priorità" delle Nazioni Unite.
"Sicurezza non sia giustificazione"
Nel 2017, 120 Paesi hanno votato alle Nazioni Unite il Trattato per la proibizione delle armi nucleari, che dichiara l’impegno a non sviluppare, testare, produrre, acquistare, possedere o accumulare armi nucleari. Il trattato, per entrare in vigore, deve essere firmato e ratificato da almeno 50 Stati ma ancora si è ben lontani dal raggiungimento di questa cifra. Per questa ragione l’Onu in occasione della giornata mondiale torna a chiedere un impegno a tutta la comunità internazionale. E lo fa ricordando che, dalla fine della Guerra Fredda, nessuna testata nucleare è stata fisicamente distrutta e non sono in corso negoziati sul disarmo nucleare. La ragioni di questa resistenza sono legate al credito di cui gode la dottrina della deterrenza, che viene fortemente osteggiata dall’Onu, secondo cui: "Le sfide per la sicurezza dei singoli Stati non possono essere una scusa per continuare a fare affidamento sulle armi nucleari e per abrogare la nostra responsabilità condivisa nel costituire una società internazionale più pacifica".
Le armi nucleari nel mondo
Secondo il Bulletin of Nuclear Scientist, stando ai dati raccolti fino al 2017, nel mondo ci sono circa 15mila armi nucleari, dislocate in 107 siti di 14 Paesi (il sito riporta anche la situazione in ogni singolo Stato). Di queste, 9400 sono all’interno di arsenali militari, quindi da considerarsi operative, mentre il restante è stato dismesso ed è in attesa di smantellamento. I Paesi che conservano armamenti nucleari sono Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina India, Pakistan, Israele e Corea del Nord, che ha però promesso di procedere a una graduale denuclearizzazione.