Vaticano-Cina, accordo per la nomina provvisoria dei vescovi

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Foto d'archivio Getty

L'intesa prevede "valutazioni periodiche circa la sua attuazione" e "crea le condizioni per una più ampia collaborazione". Il direttore della Sala stampa vaticana: "Fedeli avranno vescovi in comunione con Roma ma allo stesso tempo riconosciuti da autorità cinesi"

Il Vaticano e il governo cinese hanno siglato a Pechino un "accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi". Il documento, si legge in un comunicato della Santa Sede, "frutto di un graduale e reciproco avvicinamento, viene stipulato dopo un lungo percorso di ponderata trattativa e prevede valutazioni periodiche circa la sua attuazione". L’accordo, spiega ancora il comunicato, “tratta della nomina dei vescovi, questione di grande rilievo per la vita della Chiesa, e crea le condizioni per una più ampia collaborazione a livello bilaterale”.

“L’intesa favorisca un percorso di dialogo”

L’intesa arriva dopo lunghi contatti tra la Santa Sede e la Cina, “che sono in corso da tempo per trattare questioni ecclesiali di comune interesse e per promuovere ulteriori rapporti di intesa”, si legge nel comunicato del Vaticano. La firma è arrivata dopo una riunione a Pechino tra monsignor Antoine Camilleri, sottosegretario per i rapporti della Santa Sede con gli Stati, e Wang Chao, viceministro degli Esteri cinese. Alla fine del comunicato si auspica, da entrambe le parti, che “tale intesa favorisca un fecondo e lungimirante percorso di dialogo istituzionale e contribuisca positivamente alla vita della Chiesa cattolica in Cina, al bene del popolo cinese e alla pace nel mondo", conclude la nota.

Fedeli avranno vescovi in comunione con Roma e riconosciuti dalle autorità cinesi

"Questa non è la fine di un processo. È l'inizio”, ha commentato il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Greg Burke. “Si è trattato di dialogo, ascolto paziente da entrambe le parti anche quando le persone provengono da punti di vista molto diversi", continua Burke. "L'obiettivo dell'accordo non è politico ma pastorale - aggiunge -, permettendo ai fedeli di avere vescovi che sono in comunione con Roma ma allo stesso tempo riconosciuti dalle autorità cinesi".

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