Aquarius, c’è l'accordo: migranti in 5 Paesi Ue. Lo sbarco a Malta

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Foto d'archivio (getty)

Il governo di Madrid ha raggiunto un'intesa con altri Stati europei per accogliere le 141 persone salvate in mare. A bordo casi di "malnutrizione cronica". Gibilterra revoca i permessi di navigare con la sua bandiera

Dopo giorni di stallo, si avvia verso la risoluzione l'odissea dell'Aquarius, in mare da giorni con a bordo 141 migranti soccorsi. El Pais ha dato la notizia di un accordo raggiunto tra il governo di Madrid e altri Paesi dell'Ue per accogliere le persone salvate nel Mediterraneo. Il commissario Ue Dimitris Avramopoulos all'ANSA ha confermato l'accordo "reso possibile grazie al sostegno di Francia, Spagna, Germania, Portogallo e Lussemburgo" e "alla decisione delle autorità maltesi di autorizzare lo sbarco".

Malta: concediamo porto anche se non siamo tenuti

Il governo maltese ha spiegato che "farà una concessione che consente alla nave Aquarius di entrare nei suoi porti, nonostante non abbia alcun obbligo giuridico nel doverlo fare. Malta servirà come base logistica e tutti i 141 migranti a bordo saranno distribuiti". La Valletta, parlando del "meccanismo volontario" che si è innescato, lo ritiene "un esempio concreto di leadership e solidarietà europea".

Le offerte da Catalogna e Corsica

In giornata erano arrivate anche le offerte da parte di Corsica e Catalogna per l'utilizzo dei porti. Il presidente catalano Quim Torra ha messo ha disposizione della nave i porti di Palamos (Girona), Villanova (Barcellona) e Rapita (Tarragona). Anche il presidente del consiglio esecutivo della Corsica, Gilles Simeoni, ha detto: "I nostri porti restano disponibili per un aiuto umanitario d'urgenza" per l'Aquarius, che da venerdì scorso è rimasta senza uno scalo sicuro in cui attraccare dopo i no di Italia, Spagna e Malta

Allarme malnutrizione a bordo

La situazione a bordo della nave, intanto, è molto difficile e nella mattina del 14 agosto, Msf in un tweet ha lanciato l’allarme: “A bordo di #Aquarius la maggior parte delle 105 persone provenienti da #Eritrea e #Somalia soffre di #malnutrizione cronica. Stiamo fornendo cibo proteico arricchito con vitamine. Le persone sono ben idratate e il team medico monitora attentamente il loro stato”. Nel mentre, Gibilterra ha deciso di ritirare la sua bandiera dalla Aquarius dopo aver chiesto all'ong di abbandonare le attività di salvataggio, per le quali non è registrata in territorio britannico, e ritornare all'attività di ricerca. Dall’imbarcazione sperano in un intervento dell’Ue.

“Chiederemo bandiera tedesca”

All’annuncio del ritiro della bandiera di Gibilterra, il coordinatore dei soccorsi della nave Aquarius, Nicola Stalla, ha annunciato che “è probabile che chiederemo alle autorità tedesche di battere bandiera della Germania visto che la nave precedentemente era immatricolata e di proprietà tedesca. In ogni caso chiederemo bandiera ad un altro Paese e almeno fino al 20 agosto faremo ancora riferimento a Gibilterra”. La nave, di proprietà tedesca, nel 2009 era stata registrata a Gibilterra per fare ricerca, ma dal 2016 era stata noleggiata da Sos Mediterranee e Médecins sans Frontières per attività di salvataggio. Intervistato dal quotidiano La Stampa, Stalla ha auspicato una svolta rapida della situazione della Aquarius. "Dovrebbe intervenire l'Unione europea, in modo veloce, efficace e definitivo", ha detto

Il dibattito sulla Aquarius: il no dell'Italia

Nella giornata di ieri, 13 agosto, si era registrato il netto no da parte delle autorità italiane a concedere un porto di sbarco per la Aquarius. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva detto che l’imbarcazione poteva andare ovunque, ma non in Italia, arrivando poi allo scontro con il sindaco di Napoli, Luigi De Magistriis, che, invece, voleva accogliere i migranti che sono fermi tra Malta e la Sicilia. Sulla stessa linea del vicepremier si era mosso anche il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, che aveva sollecitato un intervento di Londra, dato che la Aquarius batte bandiera di Gibilterra.

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