Nicolas Maduro, il presidente del Venezuela vittima di altri attacchi

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Nicolas Maduro (Getty)
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Prima del fallito attentato di oggi, 5 agosto, ex appartenenti alle forze dell’ordine di Caracas avevano già provato, lo scorso anno, a rovesciare il presidente. Il capo di Stato, da quando è al potere, ha denunciato una ventina di tentativi contro di lui

L'attacco con droni esplosivi del 5 agosto (VIDEO) è solo l'ultimo (FOTO) di una serie di tentativi di spodestare o assassinare il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, da quando ha preso il potere nel 2013. Il capo di Stato ne ha denunciati una ventina, ma particolarmente eclatanti sono i due episodi accaduti nell'estate del 2017.

Le granate contro la Corte Suprema

Il 27 giugno del 2017, durante proteste di piazza contro il governo che furono poi represse nel sangue con un bilancio di 125 morti, il pilota Oscar Perez con un equipaggio di complici non identificati sorvolò Caracas su un elicottero rubato, lanciò quattro granate contro la Corte Suprema e aprì il fuoco sul ministero dell'Interno. Non vi furono vittime. Perez pubblicò poi sul web vari video in cui chiedeva le dimissioni di Maduro e "il ripristino dell'ordine costituzionale". Il 36enne pilota, ex appartenente alle forze d'elite della polizia ed ex attore, si diede alla clandestinità e rivendicò di aver trafugato 26 fucili da un'armeria militare. Il 15 gennaio 2018 Perez venne ucciso assieme a sei dei suoi uomini in un'operazione delle forze di sicurezza alla periferia di Caracas. Durante lo scontro a fuoco, Perez riuscì a postare dei video della sua ultima resistenza.

La rivolta dell’ex capitano della Guardia Nazionale

Il 6 agosto 2017 l'ex capitano della Guardia nazionale, Juan Carlos Caguaripano, guidò una ventina di militari rivoltosi in un raid nella base aerea di Valencia con lo scopo di impossessarsi di armi. Le truppe del presidio reagirono e ne nacque un conflitto a fuoco, conclusosi dopo tre ore con la morte di due ribelli e la cattura di altri otto. Diversi però riuscirono a fuggire con una certa quantità di armi. Caguaripano, in un video diffuso su Internet, aveva rivendicato "l'atto di legittima ribellione contro la sanguinaria tirannia di Nicolas Maduro". 

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