Messico, quasi 16mila omicidi nei primi sei mesi del 2018
MondoRegistrato il record di morti violente nel paese dal 1997, anno dell'istituzione dell'apposito registro. Gli stati più violenti sono Colima, Bassa California e Guerrero. Triplicato il numero dei femminicidi con 402 vittime dall'inizio di quest'anno
Nella prima metà del 2018 il Messico ha superato il suo livello storico di omicidi. È quanto si apprende dai dati diffusi dal ministero degli Interni, secondo i quali il primo semestre di quest'anno sono stati registrati 15.973 morti violente, circa il 16% in più rispetto allo stesso periodo del 2017 (13.751 omicidi).
Record di violenza
Il livello delle uccisioni è il più alto mai toccato dallo stato centroamericano dal 1997, anno in cui è stato istituito il registro degli omicidi compiuti sul suolo nazionale. I dati sull'incidenza del crimine aggiornati dalla Segreteria esecutiva del Sistema nazionale di sicurezza pubblica (SESNSP) mostrano che lo scorso giugno si sono registrate 2.668 vittime di omicidio. Un dato che conferisce al primo semestre del 2018 una media terrificante di 88,7 omicidi commessi ogni giorno; 3,7 crimini commessi ogni ora. Neanche il picco di violenza raggiunto nel 2011 in seguito alla guerra della droga ha mai raggiunto numeri così elevati. Si parla, ha precisato il ministero, di un tasso nazionale di 22 omicidi ogni 100mila abitanti, una percentuale che porta il Messico vicino al Brasile e alla Colombia, entrambi con 27 omicidi ogni 100mila abitanti. Uno dei luoghi più violenti del Paese è la città di confine di Tijuana, nella Bassa California, che nella prima metà di quest'anno è stata territorio di 1.463 omicidi, in aumento del 44% rispetto allo stesso periodo del 2017. Le autorità hanno attribuito l'ondata di morti alle battaglie tra i cartelli della droga di Jalisco e Sinaloa per il controllo delle rotte del traffico in Bassa California. Uno stato, quest'ultimo, che attualmente rappresenta il secondo più violento del Messico, con un tasso di omicidi pari a 35,61 ogni 100mila abitanti.
Lo stato più pericoloso è Colima
In vetta agli stati messicani più pericolosi c'è Colima, sulla costa pacifica, che ha visto aumentare la percentuale degli omicidi del 27% in un anno, raggiungendo l'incredibile tasso di 40,02 esecuzioni ogni 100mila abitanti. Seguono, nella triste classifica, gli stati di Guerrero con 31.67; Chihuahua con 22.58 e Guanajuato con 20.21. Qui, nel primo semestre del 2018, si è registrato un incremento delle morti violente del 122%, per lo più legato all'azione delle bande di ladri di carburante che perforano i rubinetti nei gasdotti del governo. Nonostante la sua seconda posizione, la bassa California ha registrato un lieve calo di omicidi rispetto al 2017. Sono stati 127 quelli registrati nei primi sei mesi di quest'anno: una cifra pari a circa la metà rispetto a quella calcolata nello stesso periodo del 2017, e addirittura di un quarto paragonata a quella della seconda metà dello scorso anno. La spiegazione offerta dalle autorità starebbe nella rafforzata presenza delle forze dell'ordine dopo l'aumento degli omicidi per mano delle bande della droga nel 2017. In fondo alla lista, tra gli stati meno violenti del paese nel primo semestre del 2018, ci sono sono Yucatán, Hidalgo, Campeche, Aguascalientes, Coahuila e Durango.
Triplicati i femminicidi
Dato in crescita è quello riguardante i femminicidi, in costante aumento dal 2015, anno della prima registrazione del fenomeno. Secondo i dati ufficiali aggiornati, nel primo semestre del 2018 ci sono state 402 vittime di femminicidio nel paese, una cifra che rispetto a quella registrata nello stesso periodo dell'anno scorso (363 casi) equivale ad un aumento del 10,7%. Nel primo semestre del 2015, la cifra era stata di 184 donne uccise. Ciò significa che in tre anni questo crimine è triplicato. Gli stati con i più alti tassi di femminicidio nel primo semestre del 2018 sono Colima, Chihuahua, Guerrero, Zacatecas e Sinaloa, tutti con un tasso compreso tra 1,3 e 1,8 femminicidi per ogni centomila donne.