Brasile, peggiora l'epidemia di morbillo in Amazzonia

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Una ragazza si sottopone ad una vaccinazione (GettyImages)
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Nella regione, 661 persone sono state colpite dalla malattia e ben tre sono morte. Casi registrati anche in altre aree del Paese

Peggiora  l’epidemia di morbillo nella regione amazzonica del Brasile: in quest'area ben 661 persone sono state colpite dalla malattia e si sono registrati tre decessi. Sedici i casi identificati in altre parti del Paese. Il ministero della Salute ha inoltre riferito che ci sono 2.724 persone sotto osservazione, che potrebbero far aumentare ancora il numero di pazienti con morbillo.

Le regioni colpite

I focolai più gravi si trovano negli stati brasiliani di Amazonas, con 444 casi, e Roraima, dove 216 persone sono state infettate, mentre a Rondonia, sempre nella regione amazzonica, si conta per il momento solo una persona contagiata. Oltre agli stati amazzonici, otto casi sono stati confermati a Rio Grande do Sul, sette a Rio de Janeiro e uno a San Paolo. Il ministero della Salute attribuisce l'origine dell'epidemia alla sua "importazione" attraverso le decine di migliaia di venezuelani arrivati in Brasile negli ultimi mesi, la maggior parte dei quali si sono stabiliti a Roraima e Amazonas.

Le campagne per le vaccinazioni

Un'altra causa dello scoppio del focolaio è stata la mancanza di programmi di vaccinazione più aggressivi per prevenire l'infezione. L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di vaccinare almeno il 95% della popolazione per garantire l'immunità dalle epidemie, in Brasile è stato vaccinato solo l'85% dei cittadini. Nello stato di Roraima, al confine con il Venezuela, la vaccinazione aveva raggiunto il 30% della popolazione a giugno, una cifra che sale al 49% a Boa Vista, capitale di quella provincia. I comuni di Boa Vista e Manaus, capitale di Amazonas, hanno dichiarato lo stato di emergenza sanitaria e avviato massicce campagne di vaccinazione. Il Brasile era stato dichiarato libero dal morbillo nel 2016 dall'Organizzazione mondiale della sanità e dalla Organizzazione panamericana della salute.

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