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Farmaci usati come droga durante il lavoro o studio: è boom in Ue

Mondo
Foto: Archivio Getty

Secondo uno studio pubblicato nell'International Journal of Drug Policy e ripreso da Nature online, sono sempre di più i lavoratori e gli studenti che dichiarano di aver utilizzato "smart drugs" per potenziare l’attenzione e migliorare le proprie prestazioni

Vengono chiamate "smart drugs", o "droghe intelligenti", ma sono in realtà dei farmaci che vengono utilizzati in modo improprio per potenziare l'attenzione, studiare o migliorare le prestazioni sul lavoro. Si tratta di un fenomeno sempre più comune, tant’è che in un sondaggio condotto su decine di migliaia di persone in 15 nazioni nel mondo, il 14% ha dichiarato di aver fatto uso di "smart drugs" almeno una volta nei 12 mesi precedenti nel 2017, rispetto al 5% del 2015, con una crescita del 9% in due anni. Ma ad allarmare particolarmente gli esperti dello studio, pubblicato nell'International Journal of Drug Policy e ripreso da Nature online, è l'aumento delle percentuali in Europa.

Usa primi in classifica, forte crescita in Ue

Nella ricerca è stato analizzato l'uso di sostanze normalmente prescritte nel trattamento del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), ma anche farmaci studiati per curare i disordini del sonno in chi fa turni notturni, così come stimolanti illegali quali la cocaina. Negli Usa è stato riportato il più alto tasso di utilizzo: nel 2017 quasi il 30% degli intervistati ha dichiarato di aver usato "smart drugs" almeno una volta nei precedenti 12 mesi, rispetto al 20% del 2015. Tuttavia i maggiori aumenti sono stati registrati in Europa: dal 2015 al 2017 l'uso in Francia è salito dal 3% al 16%, nel Regno Unito dal 5% al 23%, in Olanda dal 10% al 24%, in Irlanda dal 4% al 18%.

Nel 10% dei casi farmaci acquistati online

Quasi la metà (48%) delle persone ha dichiarato di avere avuto questi farmaci attraverso gli amici, il 10% li ha acquistati da un rivenditore o su internet, il 6% li ha ottenuti da un membro della famiglia, mentre il 4% ha dichiarato di avere le proprie ricette. 

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