Facebook, sul caso Cambridge Analytica indagano anche Fbi e Sec

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Mark Zuckerberg risponde al Congresso Usa (archivio Ansa)
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L'inchiesta, che inizialmente riguardava l'accordo del 2011 con la Federal Trade Commission, si sarebbe allargata. Le agenzie federali starebbero spulciando le dichiarazioni pubbliche di Zuckerberg e degli altri manager di Menlo Park

Si allarga ad altre agenzie federali Usa l'inchiesta sul caso Facebook-Cambridge Analytica. Secondo quanto riporta il Washington Post, l'Fbi, la Security and Exchange Commission (Sec) e la Federal Trade Commission (Ftc) si sono unite ora al dipartimento di Giustizia nell'indagine volta a verificare se Cambridge Analyica abbia impropriamente ottenuto i dati privati di 71 milioni di utenti Facebook negli Stati Uniti.

Le dichiarazioni di Zuckerberg

Secondo il Washington Post, l'enfasi dell'inchiesta è ora sull'accuratezza di ciò che Facebook ha pubblicamente detto di aver condiviso con Cambridge Analytica. Cioè su cosa sapesse realmente il gruppo tre anni fa, quando la società guidata da Alexander Nix sfruttò i dati raccolti (lecitamente, tramite un'app) dal ricercatore Aleksandr Kogan. Gli investigatori stanno quindi passando al setaccio tutto ciò che ha detto l'amministratore delegato del social media, Mark Zuckerberg, davanti al Congresso degli Stati Uniti, e le dichiarazioni pubbliche degli altri manager della società. Facebook ha confermato di aver ricevuto alcune richieste dalle agenzie federali e ha assicurato “collaborazione” e “assistenza” al lavoro delle autorità americane, oltre che europee e britanniche.

Dall'accordo con la Ftc a oggi

Intervistato dal Washington Post, David Vladeck (ex direttore dell'ufficio per la tutela dei consumatori dell'Ftc) ha sottolineato che un'inchiesta comune di Fbi, Sec. Ftc e dipartimento di giustizia dovrebbe “sollevare serie preoccupazioni”. Si tratta, quantomeno, di una nuova e più ampia linea investigativa. Inizialmente l'indagine era volta ad accertare solo se Facebook avesse violato l'accordo sulla condivisione dei dati siglato con la Ftc nel 2011. Allora la Federal trade commission, dopo aver riconosciuto scarsa trasparenza sulla condivisione di informazioni con terze parti, aveva firmato un patto con Menlo Park: niente multe, ma una serie di correzioni volontarie che miravano a una più oculata gestione dei. Tra le altre cose, Facebook si impegna a fornire impostazioni sulla privacy più chiare, a non muovere dati senza consenso esplicito dell'utente e a promuovere un “programma” per la riservatezza “adeguato” alla quantità di informazioni gestite ogni giorno dalla piattaforma. Dopo il caso Cambridge Analytica, la Ftc è tornata a indagare, per capire se Facebook abbia rispettato i suoi impegni: l'app con cui Aleksandr Kogan ha raccolto i dati risale infatti al 2014, tre anni dopo l'accordo con la commissione statunitense.

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