Dai minatori cileni a Rigopiano, storie di salvataggi eccezionali

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Stefano Sassi

Il salvataggio dei minatori cileni nel 2010 (foto: Getty Images)
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Il ritrovamento dei giovani calciatori in Thailandia è solo l’ultimo episodio. Ecco i casi celebri in cui si sono concretizzati salvataggi che sembravano impossibili

Ore, giorni, settimane di ansia. E quando l'angoscia sta per diventare rassegnazione, la svolta miracolosa. Il salvataggio dei giovani calciatori in Thailandia premia l'ostinazione di chi non ha mollato e ha continuato a lavorare senza riposo e senza più cognizione del tempo, giorno e notte. Eroi. Come chi ha riportato in superficie, restituendoli alle lacrime e agli abbracci dei familiari, 33 minatori rimasti intrappolati a circa 600 metri di profondità dopo il crollo del tetto di una miniera a San Josè, in Cile.

I minatori cileni

È il 5 agosto 2010 quando l'esplosione all'interno della struttura della compagnia San Esteban, dove si estraggono oro e rame, causa un crollo devastante. Un gruppo di 33 minatori rimane intrappolato in profondità e solo il 22 dello stesso mese, si saprà con certezza che sono sopravvissuti, con pochi viveri a disposizione. I tentativi di salvataggio si susseguono, il piano cambia più volte. Nella notte tra il 13 ed il 14 ottobre, dopo 69 giorni passati sotto terra mangiando pochi grammi di tonno ogni 48 ore, tutti e 33 tornano in superficie. Resterà nella storia come un giorno di festa il 13 ottobre in Cile.

La tragedia degli Old Christians Club

Non è invece una data da ricordare nel vicino Uruguay, per una tragedia avvenuta il 13 ottobre del 1972. Un charter in volo da Mendoza, in Argentina, a Santiago del Cile si schianta sulle Ande per un errore di rotta, causato da maltempo e turbolenze. A bordo c'era l'intera squadra giovanile di rugby degli Old Christians Club, che si stava recando in Cile per una tournée. Delle 45 persone all'interno dell'aereo, 17 muoiono nell’impatto e nelle ore successive. Altri si spengono a causa del gelo e delle ferite riportate a pochi giorni di distanza. L'atroce lotta per la sopravvivenza, che ispirerà il film "Alive", porterà 16 ragazzi a resistere ad oltre tremila metri di quota, con temperature anche di 30 gradi sotto lo zero, cibandosi prima dei pochi viveri rimasti, e poi anche dei resti dei compagni morti. Fino al 23 dicembre, quando due di loro dopo dieci giorni di cammino, riescono ad attraversare la cordigliera, a scendere a valle e ad azionare la macchina dei soccorsi, che nel frattempo aveva già interrotto le ricerche.

L'hotel Rigopiano

La salvezza, il sottile confine tra la resa e il miracolo, può dipendere dalla tenacia di un sopravvissuto, come di un soccorritore. Il 20 maggio 2017, tre bambini vengono salvati dalle macerie dell'hotel Rigopiano, sommerso da una valanga 30 ore prima, in Abruzzo. Sono salvi grazie al coraggio e all'incoscienza degli uomini della Guardia di Finanza e del Soccorso Alpino, che incuranti del rischio di nuovi smottamenti, hanno percorso chilometri e chilometri su sci di fondo, sotto la tormenta, per arrivare sul luogo del disastro.  Alla fine i superstiti saranno 9, le vittime 29.

Il terremoto di Haiti

Ma il miracolo può dipendere anche dalla forza di volontà di chi è vittima del disastro: nel gennaio 2010 Haiti viene devastata da un catastrofico terremoto che causerà più di 200mila vittime, crolli ed epidemie. Sotto le macerie lottano in tanti: un ragazzo di nome Evans Monsignac lo fa per 27 interminabili giorni, pregando e soffrendo fame e sete. Fino all'arrivo di chi lo libera, quando ormai anche sperare sembrava oltre l'umana ragione.

Il coraggio del comandante Sullenberger

Poi ci sono casi in cui la tragedia non si concretizza per le qualità di un singolo: coraggio, freddezza e razionalità. Chesley Sullenberger è il comandante del volo 1549 della US Airways, partito da New York e diretto a Charlotte il 15 gennaio del 2009. Cinque minuti dopo il decollo, l'impatto con uno stormo di volatili danneggia entrambi i motori. Serve una manovra di emergenza per mettere in salvo i 150 passeggeri a bordo. Sully porta il bestione a toccare delicatamente le acque del fiume Hudson e ad ammarare, nel cuore di New York, fino a fermarsi senza conseguenze per nessuno. Sully verrà decorato e anche la sua storia diventerà un film.

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