Nella lotta tra pastori e agricoltori, aggravata dalla presenza di Boko Haram nel nord del Paese, sono state distrutte oltre 50 case. Il presidente Buhari ha lanciato un appello alla calma. Imposto un coprifuoco di 12 ore
Sono almeno 86 le persone morte nella Nigeria centrale nel corso di scontri tra pastori musulmani e agricoltori cristiani. Lo riporta la Channels Television citando un portavoce della polizia, impegnata con i militari a porre fine alla lotta per l'uso della terra e delle risorse. Il presidente Muhammadu Buhari ha lanciato un appello alla calma, assicurando che sarà fatto tutto il possibile per trovare i responsabili ed evitare che le violenze si ripetano.
Proclamate 12 ore di coprifuoco
Secondo Channels Television, che riporta le parole del portavoce della polizia di Plateau State, negli scontri sarebbero state distrutte almeno 50 case. In un filmato ripreso nella città di Jos si vedono persone che urlano contro le forze dell’ordine brandendo machete e bastoni e dando fuoco alle auto. “Perfavore restate calmi - ha detto il governatore di Plateau State, Simon Bako Lalong - È davvero spiacevole che stia accadendo di nuovo una cosa del genere”. Le autorità hanno imposto il coprifuoco dalle 18 alle 6 nelle aree di Jos South, Barikin, Riyom e Ladi.
Gli scontri
Gli scontri sono iniziati giovedì, quando i contadini Berom sono stati attaccati dagli allevatori di etnia Fulani, e due giorni dopo è iniziata la rappresaglia. La lotta tra agricoltori e pastori è una preoccupazione crescente in Nigeria, un Paese diviso tra musulmani, al nord, e cristiani, al sud. Un problema acuito dalla presenza di Boko Haram, che spinge i pastori a spostarsi nel meridione per motivi di sicurezza, oltre che per i già noti cambiamenti climatici.