Aborto, i paesi in Europa e nel mondo dove è legale e dove no. MAPPA

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Foto d'archivio: GettyImages
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In quasi tutto il Vecchio Continente l'interruzione volontaria di gravidanza è consentita su richiesta della gestante senza restrizioni. Ma in Andorra, Monaco, Finlandia, Polonia, Islanda, Liechtenstein, Irlanda e Gran Bretagna la situazione è ancora complessa

di Giulia Virzì

In sei Paesi su dieci nel mondo l’aborto è illegale o è permesso solo in casi estremi, come il pericolo di vita della donna, lo stupro o una malformazione del feto. In Europa sono otto i Paesi ad avere una legislazione fortemente restrittiva nei confronti dell’interruzione volontaria di gravidanza (ivg). Fra questi l’Irlanda, chiamata alle urne il 25 maggio per decidere se abrogare o meno l’ottavo emendamento della Costituzione, che dal 1983 vieta l’aborto in ogni circostanza tranne quando è in pericolo la vita della gestante. Ma vediamo più nel dettaglio in quali parti del mondo l’aborto è permesso (e a quali condizioni) e in quali invece è considerato un diritto per la donna (e, anche qui, a quali condizioni).

Dove è consentito

La mappa, realizzata con dati raccolti dal Center for Reproductive Rights – un’organizzazione non profit che si occupa di diritti alla salute riproduttiva -, mostra la situazione dell’ivg nel mondo. Diversi gli Stati in cui è legale ma limitata in termini temporali: in 37 Paesi (su circa 70 che la consentono) si può interrompere la gravidanza entro le prime 12 settimane di gestazione; altrove il limite si estende a 14. Fra i Paesi in cui è possibile abortire senza altra imposizione che il trimestre ci sono, fra gli altri, Stati Uniti, Canada, Australia, Russia, Cina, Italia, Germania, Francia e molti altri in Europa.  In Paesi come Cipro, Giappone e India l’aborto è consentito in molti casi: salute fisica e mentale della donna, malformazione del nascituro, stupro e la condizione socioeconomica della gestante, in cui rientrano le sue risorse, l’età, lo stato civile e il numero di figli già nati.

I paesi che non lo consentono

Ma non dappertutto è così. In molti Paesi del Sud America, dell’Africa, del Medio Oriente e del sud-est asiatico l’aborto è strettamente limitato dalla legge. Angola, Egitto, Gabon, Guinea-Bissau, Madagascar, Senegal, Iraq, Laos, Isole Marshall, Filippine, Repubblica Dominicana, El Salvador, Haiti e Nicaragua sono solo alcuni dei Paesi in cui l’interruzione volontaria di gravidanza non è consentita nemmeno nel caso in cui la vita della gestante sia in pericolo. Condizione che invece la autorizza, fra gli altri, in Nigeria, Somalia, Libia, Sudan, Afghanistan, Bangladesh, Paraguay, Venezuela e Indonesia. In quest’ultimo Paese l'aborto è permesso anche in caso di stupro e malformazioni del feto, come anche in Messico, Cile e Panama. Le due condizioni appena citate, unitamente all’incesto, sono quelle che più spesso nel mondo giustificano e permettono l’interruzione volontaria di gravidanza anche quando è vietata dalla legge: fra gli altri Nuova Zelanda, Algeria, Eritrea, Gambia, Namibia, Seychelles, Sierra Leone, Israele, Colombia e Giamaica. Secondo i dati (riferiti al 2017) del Guttmacher Institute, un’organizzazione non governativa fondata cinquant’anni fa a New York, nel mondo sono 125, fra Stati e territori, su 199 i Paesi in cui l’ivg non è un diritto garantito per la donna.

In Europa

Nella maggior parte dei Paesi europei l’aborto è consentito su richiesta della gestante senza restrizioni se non quelle imposte dalle settimane di gravidanza ed eventualmente dall’autorizzazione dei genitori nel caso di minorenni. Fra questi, oltre a quelli già citati, Belgio, Portogallo, Spagna, Norvegia, Svezia, i Balcani, Ucraina ed Estonia. Ma ci sono ancora molti Stati in cui l’ivg non è consentita se non in casi di straordinaria gravità. In Andorra, Malta e a San Marino nessuna eccezione specifica è prevista dalla legge. Più complessa la situazione in Polonia, che dal 1993 consente l’aborto solo in tre casi: pericolo di vita per la madre, stupro e grave malformazione del feto. Analogo orientamento in Liechtenstein e nel principato di Monaco. In Gran Bretagna, Finlandia e Islanda a una donna è permesso di abortire solo in certi casi: per preservare la propria salute fisica e mentale, per una malformazione del nascituro, per uno stupro e a causa della propria condizione socioeconomica.

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