Cile, scandalo pedofilia: si dimettono tutti i vescovi

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Un momento del vertice in Vaticano tra il Papa ed il vescovi cileni (Ansa)

La decisione del clero sudamericano è arrivata dopo gli scandali sessuali che hanno coinvolto la chiesa del Paese e dopo il vertice straordinario in Vaticano con il Papa. Ora Bergoglio dovrà decidere se accettare le rinunce

I vescovi cileni si dimettono in blocco. La decisione arriva dopo lo scandalo legato alla pedofilia che ha coinvolto la Chiesa del Paese e dopo il vertice straordinario, dal 15 al 17 maggio, con il Papa in Vaticano per affrontare l’argomento. "Vogliamo comunicare che tutti noi vescovi presenti a Roma, per iscritto, abbiamo rimesso i nostri incarichi nelle mani del Santo Padre, affinché decida lui liberamente per ciascuno", dicono in una nota.

“Ristabilire la giustizia”

"Ci mettiamo in cammino, sapendo che questi giorni di dialogo onesto hanno rappresentato una pietra miliare di un profondo processo di cambiamento guidato da papa Francesco - si legge nel comunicato dei vescovi - In comunione con lui, vogliamo ristabilire la giustizia e contribuire alla riparazione del danno causato, per dare nuovo impulso alla missione profetica della Chiesa in Cile, il cui centro sarebbe sempre dovuto essere in Cristo". "Desideriamo - concludono - che il volto del Signore torni a risplendere nella nostra Chiesa e ci impegniamo per questo. Con umiltà e speranza chiediamo a tutti di aiutarci a percorrere questa strada".

“Vogliamo chiedere perdono”

"Dopo tre giorni di incontri con il Santo Padre e molte ore dedicate alla meditazione e alla preghiera - affermano i vescovi cileni - seguendo le sue indicazioni, desideriamo comunicare che anzitutto ringraziamo papa Francesco per il suo ascolto paterno e la sua correzione fraterna. Ma soprattutto vogliamo chiedere perdono per il dolore causato alle vittime, al Papa, al popolo di Dio e al nostro Paese per i gravi errori e le omissioni da noi commessi". Nella nota i vescovi hanno anche parole per chi ha subito abusi: "Ringraziamo le vittime per la loro perseveranza e il loro coraggio, nonostante le enormi difficoltà personali, spirituali, sociali e familiari che hanno dovuto affrontare, unite spesso all'incomprensione e agli attacchi della stessa comunità ecclesiale. Ancora una volta imploriamo il loro perdono e il loro aiuto per continuare ad avanzare sul cammino della guarigione delle ferite, perché possano rimarginarsi".

“Arrivati a Roma con dolore e vergogna”

Il vescovo cileno Fernando Ramos, incontrando la stampa, ha detto che lui e gli altri prelati sono arrivati a Roma “con dolore e vergogna”. Nel testo si legge anche che martedì scorso ”il Papa ci ha letto un documento in cui ha espresso le sue conclusioni e le sue riflessioni sul rapporto di monsignor Scicluna per la sua visita in Cile. Il testo del Papa indica chiaramente una serie di atti assolutamente riprovevoli che si sono verificati nella Chiesa cilena in relazione agli abusi inaccettabili di potere, di coscienza e il sesso, e che ha portato ad esso è diminuito il vigore profetico che ha caratterizzato". 

Il Papa deciderà se accettare le dimissioni

Monsignor Ramos racconta poi che "nei tre incontri seguenti, ciascun vescovo ha potuto esprimere la sua reazione, opinione e visione su ciò che era stato sottolineato dal Papa. In questo contesto di dialogo e discernimento, si sono presentate diverse proposte di misure da adottare per affrontare questa grave crisi, così come è maturata l'idea che, per essere più in sintonia con la volontà del Santo Padre, avremmo dichiarato la nostra disponibilità assoluta a mettere le nostre posizioni pastorali nelle mani del Papa. In questo modo, potremmo fare un gesto collegiale e solidale, assumere, non senza dolore, gli eventi gravi che hanno avuto luogo e in modo che il Santo Padre possa liberamente disporre di tutti noi". "È stato così - ha concluso - che ieri, per iscritto, abbiamo espresso questa disponibilità, rendendo disponibili i nostri incarichi al Papa. In questo modo, sarà in grado di decidere nelle settimane successive se accetta o rifiuta ciò che abbiamo indicato". "Vogliamo anche sottolineare - ha aggiunto monsignor Juan Ignacio Gonzales - che mettere i nostri uffici pastorali a disposizione del Papa significa che, finché il Santo Padre non prende una decisione, ciascuno dei vescovi che sono membri della Conferenza episcopale del Cile continua nel suo lavoro pastorale e in piene funzioni. Il Santo Padre, se lo ritiene opportuno, può immediatamente accettare l'uscita di un vescovo, può anche respingerlo e, quindi, rimanere confermato nel suo ufficio, o può accettarlo e renderlo efficace al momento della nomina della nuova autorità diocesana".

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