In Francia approvata tra le polemiche la legge sulle violenze sessuali
MondoIl testo è stato votato dall'Assemblea nazionale e ora passerà al Senato. Le opposizioni e le associazioni protestano per l’assenza nella norma della "presunzione di non consenso" nei rapporti con un minore di 15 anni
In Francia fra molte polemiche, l’Assemblea nazionale ha approvato in prima lettura la legge sulle violenze sessuali e sessiste, che ora passa al Senato. Il testo è stato fortemente criticato dalle opposizioni e dalle associazioni per la difesa dei diritti delle donne e dei bambini perché, contrariamente a quanto inizialmente dichiarato dal governo, non prevede il reato automatico di "stupro" per qualsiasi rapporto completo con un minore di 15 anni.
Non tutta la maggioranza ha votato a favore
Il testo è passato con 115 voti favorevoli, 29 contrari e 25 astensioni. A favore la maggioranza di La République en marche (Lrem)-Mouvement Démocrate (Modem), si è astenuta la destra dei Republicains, mentre la sinistra ha votato contro. La legge, nata sulla scia dello scandalo Weinstein, è stata messa a punto dalla ministra della Famiglia Marlene Schiappa, che è stata il bersaglio delle critiche anche di alcuni alleati di governo. Isabelle Florennes, ad esempio, ha espresso un forte "sentimento di delusione" in merito all'assenza nel testo della "presunzione di non consenso" per i minori di 15 anni.
La "presunzione di non consenso" per i minori di 15 anni
La Schiappa è stata incolpata di aver abbandonato l'intenzione iniziale di instaurare la norma che prevede la "presunzione di non consenso" per tutti i rapporti sussuali con un minore di 15 anni. Al suo posto, la legge introduce nella definizione di stupro una tutela speciale per i minori, che fa riferimento alle nozioni di coercizione e sorpresa. Se quest’ultime sono presenti, in quanto "caratterizzate dall'abuso della vulnerabilità della vittima a cui manca la capacità di giudizio necessaria per consentire tali atti", è configurabile lo stupro. Per questo reato la legge approvata dai deputati prevede 20 anni di reclusione. Nel caso in cui non possa essere accertata coercizione, minaccia o sorpresa, viene configurato il reato di violenza sessuale, che nel testo viene punito con una pena raddoppiata rispetto al passato: 10 anni di carcere. La "presunzione di non consenso" era stata auspicata dalle associazioni per la difesa dei diritti delle donne e dei bambini dopo alcuni recenti casi di bambine di 11 anni considerate dalla giustizia come "consenzienti". Il governo avrebbe escluso la norma dal testo finale per il timore di una censura costituzionale.
Reato di disprezzo sessista
Intanto l’Assemblea nazionale ha approvato anche l’istituzione del reato di "disprezzo sessista" per molestie nei luoghi pubblici, che verrà punito con una multa immediata di almeno 90 euro e attività a favore della collettività. Lo scopo, hanno spiegato i proponenti, è punire in flagranza comportamenti come frasi sessiste e gesti inappropriati.