Corea del Nord, Kim Jong-un: stop a test nucleari e missilistici

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L’annuncio a sorpresa del leader del regime di Pyongyang: “Non ce n’è più bisogno, siamo in una nuova fase della storia”. Esulta il presidente americano Trump: “Grande notizia per il mondo intero” 

Il sito atomico di Punggye-ri "ha compiuto la sua missione": da oggi la Corea del Nord sospende tutti i test nucleari e missilistici. Lo ha annunciato il dittatore di Pyongyang, Kim Jong-un, al comitato centrale del Partito del lavoro di Corea (Wpk) e la notizia, tramite l'agenzia stampa del regime Kcna, ha fatto il giro del mondo.
"Non abbiamo più bisogno di condurre altri test nucleari, test a medio o lungo raggio o test con Icbm (missili balistici intercontinentali). Ci uniremo agli sforzi internazionali per fermare insieme i test atomici", ha dichiarato Kim facendo esultare il presidente americano Donald Trump. "Questa è una notizia molto buona per la Corea del Nord e per il mondo", ha twittato Trump dal suo resort della Florida, definendosi "ansioso" di incontrare Kim in occasione dello storico bilaterale in programma entro l'inizio di giugno.
 

La svolta a una settimana dal vertice tra le due Coree

Il nuovo segnale di distensione è arrivato all'indomani dell'attivazione della linea 'rossa' di comunicazione diretta tra le due Coree e ad una settimana dal vertice di Kim con il presidente sudcoreano Moon Jae in, venerdì prossimo, nella Zona demilitarizzata che divide in due la penisola. La plenaria del comitato direttivo del partito era stata convocato proprio per delineare "una nuova fase" nella politica di Pyongyang che ha condotto tutti e 6 i suoi test nucleari a Punggye-ri, nel Nordest del Paese.

Il primo test quasi 12 anni fa

Il primo test atomico è stato effettuato il 9 ottobre del 2006 quando Kim Jong-il, il padre dell'attuale leader, diede l'ok per un'esplosione pari ad un chilotone, equivalente a mille tonnellate di tritolo. L'ultimo, il più potente test nucleare di Pyongyang, che ha fatto tremare il mondo, risale allo scorso 3 settembre, con un esplosione da 100 chilotoni, quasi cinque volte Nagasaki, tanto che la scossa di terremoto è stata avvertita anche nelle vicine Cina e Russia.

Esperti invitano alla cautela

Nonostante l'entusiasmo di Trump, alcuni esperti invitano alla cautela perché la mossa di Kim potrebbe essere tattica, cioè a dire volta a mettere sotto pressione l'amministrazione Usa affinché accetti i termini di un'intesa prima che la Corea del Nord rinunci concretamente al suo programma nucleare. "Questo annuncio è significativo ma se la Corea del Nord è seria è tutto da vedere. Vogliono un allentamento delle sanzioni internazionali - ha osservato Sue Mi Terry, ex analista della Cia - non hanno mai offerto nulla gratuitamente. Cosa daremo in cambio del congelamento dei test?".
Anche il Giappone appare un po’ scettico di fronte a questa presunta svolta. Il ministro della Difesa Itsunori Onodera giudica “insufficiente” l'annuncio della Corea del Nord. Onodera ha detto che nella dichiarazione di Pyongyang non c'è un riferimento diretto agli esperimenti dei missili a corto e medio raggio, aggiungendo che "la comunità internazionale richiede alla Corea del Nord di eliminare tutte le armi di distruzione di massa e abbandonare il progetto di sperimentazione dei missili balistici in maniera irreversibile e verificabile".

Corea del Sud: "Progresso significativo"

La Corea del Sud accoglie come un "progresso significativo per la denuclearizzazione" la decisione della Corea del Nord di sospendere i test nucleari, i lanci di missili balistici intercontinentali e di chiudere il sito di Punggye-ri, dove sono stati compiuti i sei test atomici del regime. "La decisione della Corea del Nord è un progresso significativo per la denuclearizzazione della penisola che è quello che il mondo si augura", si legge in una nota emessa dalla Casa Blu, l'ufficio presidenziale, ripresa dall'agenzia di stampa Yonhap.
La decisione di Pyongyang, prosegue l'ufficio del presidente Moon Jae-in, "creerà un clima molto positivo per il successo degli imminenti summit", ovvero quello tra le due Coree, atteso per venerdì prossimo, e quello, in agenda entro l'inizio di giugno, tra Kim e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
 

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