Raid in Siria, Parigi: ecco le prove dell'attacco chimico a Douma

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La Francia ha diffuso il documento di valutazione sull'attacco del 7 aprile 2018 nella regione di Goutha, che ha portato all'azione congiunta con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna: "L'unico scenario possibile è che sia stata opera dell'esercito siriano"

“La Francia ritiene che, senza alcun dubbio, un attacco chimico è stato condotto contro i civili a Douma e che non esiste altro scenario plausibile che si sia trattato di un’azione delle forze armate siriane nell’ambito di un’offensiva globale nei confronti della Ghouta orientale”. Si chiude così la relazione diffusa oggi dal governo francese, definita come una "Valutazione nazionale sull'attacco chimico del 7 aprile 2018 a Duma", che attribuisce la responsabilità dell’attacco chimico al regime di Bashar al Assad. Con queste prove, il presidente francese Emmanuel Macron, ha deciso di attaccare la Siria nella notte del 14 aprile.

Il documento

Nel documento di 8 pagine diffuso da Parigi, sono contenute le analisi tecniche delle informazioni ottenute da fonti sul luogo e dai servizi francesi. Vengono citate anche organizzazioni mediche non governative attive nella regione: Syrian American Medicl Society e Union of Medical Care and Relief Organizations, che hanno testimoniato l’imponente afflusso di "pazienti con sintomi da esposizione ad agenti chimici" negli ospedali della zona. Almeno un centinaio di persone hanno richiesto cure nelle strutture. Una quarantina, secondo diverse fonti, sarebbero morte per esposizione a una sostanza chimica. Fra i sintomi registrati: difficoltà respiratorie, asfissia, forti odori di cloro e presenza di fumo verde nei luoghi colpiti, iper salivazione (orale e nasale), cianosi, ustioni della pelle e bruciature della cornea. Nel complesso “l’insieme di questi sintomi”, si legge nel documento a cui sono allegate anche alcune fotografie esplicative di questi effetti sulle vittime, “è caratteristico di un attacco chimico”.

La strategia

Secondo quanto dichiarato dal governo francese in questa relazione, dietro l’attacco chimico ci sarebbe una strategia dell’esercito siriano per la riconquista della Ghouta: punire le popolazioni locali in mano ai ribelli del regime e provocare su di loro un effetto di terrore e panico, per dimostrare che ogni resistenza è inutile. Questo tipo di azioni avrebbe fatto seguito a una strategia militare di riconquista (a cui, si legge, la Russia ha innegabilmente offerto sostegno militare attivo) volta a separare i gruppi di ribelli (Ahrar al-Cham, Faïlaq al-Rahmane et Jaïch al-Islam) per poter condurre azioni più mirate e ridurli alla resa.

Programma chimico clandestino

Il documento parla di un “programma chimico clandestino” che il regime di Bashar al Assad avrebbe portato avanti in questi anni di conflitto siriano. Fra i luoghi in cui questo sarebbe avvenuto, ci sarebbe anche il Centre syrien d’études et de recherches scientifiques (CERS), uno degli obiettivi colpiti dall’attacco congiunto di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna del 14 aprile. Nella relazione vengono infine ricordati altri attacchi con armi chimiche avvenuti nel paese, come quello col gas sarin Ghouṭa nell’agosto 2013.

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