Sud Corea, l'ex presidente Park condannata a 24 anni di carcere

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L'ex presidente sudcoreano, Park Geun-hye (Getty Images)

L'ex leader del Paese è stata giudicata colpevole di abuso di potere, coercizione e corruzione: oltre alla pena detentiva dovrà pagare multe per un valore complessivo di 17 milioni di dollari

A fronte di una richiesta di 30 anni di carcere, da parte dell'accusa, il Tribunale distrettuale di Seul ha ridotto la condanna per l'ex presidente Park Geun-hye a 24 anni e imposto il pagamento di multe per un equivalente di 17 milioni di dollari. L'ex leader di stato, destituita in seguito a un impeachment nel gennaio 2017, è stata giudicata colpevole di corruzione, abuso di potere e coercizione nell'ambito di uno scandalo che vedeva colluse grosse conglomerate sudcoreane come Samsung e la stessa presidenza del Paese. Park non si è presentata di fronte alla corte, come già era accaduto a partire dalle udienze dello scorso ottobre, preferendo rimanere in cella. E' largamente atteso un appello a questa condanna di primo grado.

La condanna della consigliera

Lo scorso 13 febbraio la consigliera “sciamana” Choi Soon-si, considerata l'anello di congiunzione fra Park e varie conglomerate che avrebbero sborsato cifre milionarie, è stata condannata a 20 anni per corruzione, estorsione e altre imputazioni. Le somme di denaro versate da soggetti come Samsung, che ha ammesso il fatto contestando però che ciò fosse parte di un accordo di scambio, erano dirette verso alcune fondazioni riferibili alla stessa Choi. In totale sarebbero stati “donati” 72 milioni di dollari. Formalmente, Choi Soon-sil non aveva incarichi di governo, ma l'influenza avuta sull'ex presidente Park, è emerso da alcune rivelazioni di Wikileaks, sarebbe stata grande sin dai tempi della formazione della giovane donna, figlia dell'allora presidente Park Chung-hee.

Il declino e la sentenza dell'ex presidente

La votazione dell'assemblea parlamentare contro l'allora presidente Park si era tenuta il 9 dicembre 2016, e la messa in stato d'accusa fu approvata con una larga maggioranza di 234 voti su 300. La magistratura costituzionale ha successivamente convalidato le accuse alla base della decisione destituendo ufficialmente Park il 10 marzo 2017; tre settimane dopo la donna è stata arrestata. Secondo la sentenza emessa venerdì 6 aprile Park avrebbe chiesto o ricevuto un totale di 22 milioni di tangenti da parte di tre conglomerate sudcoreane fra cui spiccano i marchi di Samsung, Lotte e SK. Parallelamente è stata ritenuta colpevole di aver estorto 72 milioni da 18 imprese perché fossero versati alle fondazioni di Choi. "L'imputato ha causato il caos negli affari di stato abusando del potere che le è stato dato dal popolo” ha detto il giudice presidenziale, Kim Se-yoon, tramesso dalla televisione nazionale, “ed è necessario ritenerla responsabile con una punizione severa, così che fatti simili non accadano di nuovo".

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