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Brasile, scoperti i resti di siti fortificati nella foresta amazzonica

Mondo
Gli archeologi dell'Università di Exeter hanno visitato 24 siti nello stato brasiliano del Mato Grosso (Gettyimages)

Analizzando le immagini fornite da un satellite, gli archeologi dell'Università di Exeter hanno scoperto la presenza di città antiche nel cuore della giungla

Parti della foresta amazzonica che erano state credute a lungo disabitate, hanno ospitato antiche città successivamente inghiottite dalla giungla. E’ quanto emerge da un nuovo studio pubblicato su Nature dagli archeologi dell’Università di Exeter. Analizzando alcune immagini provenienti da droni e satelliti, gli studiosi hanno scoperto la presenza di insediamenti di una civiltà pre-colombiana esistita tra il 1250 e 1500 d.C. : queste città, all'apice del loro sviluppo, avrebbero ospitato almeno un milione di persone.

Lo studio

Spinti da alcune intuizioni di un ex professore di San Paolo, Francisco Nakahara, gli archeologi hanno studiato attentamente le immagini del satellite per identificare dei possibili geoglifi – disegni sul terreno usati probabilmente durante le cerimonie religiose – nello stato di Mato Grosso, in Brasile. Per verificare le proprie scoperte, gli studiosi hanno visitato ben 24 siti: sotto la vegetazione hanno trovato cocci e altri frammenti di una civiltà dimenticata. "E’ come se molti di questi siti fossero degli insediamenti fortificati" ha spiegato il responsabile dello studio Jonas Gregorio de Souza, archeologo dell’ Università di Exeter. Lo studio ipotizza anche la presenza di centinaia di siti non ancora scoperti nelle zone più remote della ragione.  

La fine della civiltà

I ricercatori hanno ipotizzato che circa un milione di persone abitasse le regioni della foresta più vicine ai fiumi prima dell’arrivo degli Europei. Queste nuove scoperte supportano tuttavia alcuni recenti studi secondo cui si crede che la popolazione autoctona raggiungesse i 10 milioni di persone, che vivevano anche nelle regioni più interne dell’Amazzonia: "Abbiamo dimostrato che queste aree erano densamente popolate quanto le pianure" ha spiegato Gregorio de Souza. Lo studioso ha quindi aggiunto che, come per molte altre popolazioni che abitavano il Sud America, anche quelle che risiedevano in questa zona della foresta si sarebbero estinte dopo l’arrivo degli Europei: "potrebbero essere stati colpiti da malattie ancora prima che i coloni mettessero piede in questa regione, perché le epidemie viaggiano più velocemente degli uomini".

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