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#ToxicTwitter, Amnesty denuncia: social fa poco contro violenza donne

Mondo
(Foto d'archivio: Getty Images)

A 12 anni dal primo cinguettio, l'organizzazione lancia una campagna per denunciare che il microblog è "un posto tossico per le donne". In un report oltre 80 donne raccontano di messaggi molesti ricevuti online. Twitter: "Non possiamo cancellare odio e pregiudizi"

Nel giorno in cui Twitter celebra 12 anni dal primo cinguettio, Amnesty international lancia contro il social una campagna di denuncia: "Toxic Twitter – Un posto tossico per le donne". Secondo l'organizzazione, la compagnia non farebbe abbastanza contro la violenza e le molestie online subite dalle donne. Twitter si difende e alla Bbc replica: "Non possiamo cancellare l'odio e i pregiudizi dalla società". Il microblog fondato da Jack Dorsey dissente dalle conclusioni di Amnesty e ribadisce di aver introdotto decine di novità nell'ultimo anno e mezzo per migliorare la sicurezza e incrementare le azioni contro i tweet molesti.

La campagna di Amnesty

Quella di Amnesty International è una campagna globale a cui aderisce anche l'Italia. Per l'occasione, l'organizzazione pubblica un rapporto nato da interviste a più di 80 donne, americane e britanniche, che hanno dato testimonianza dei messaggi di odio e violenza ricevuti su Twitter: dalle minacce di morte a quelle di stupri, passando per razzismo, omofobia e sessismo. Vittime non solo celebrità, come giornaliste, attrici, esponenti politiche, ma anche donne comuni. Il rapporto metterebbe in luce come il social network non abbia dato risposte adeguate quando venivano messi in evidenza abusi, anche quelli che violavano le sue stesse regole. Tra le sostenitrici della campagna, accompagnata dall’hashtag #ToxicTwitter, anche tre figure femminili di spicco in Scozia, particolarmente prese di mira su Twitter: la prima ministra Nicola Sturgeon, la leader conservatrice Ruth Davidson e l'ex capo Labour Kezia Dugdale. Anche loro hanno raccontato dei messaggi d'odio ricevuti online.

Le accuse al social

Amnesty riconosce il fatto che Twitter abbia avuto un ruolo importante nel diffondere movimenti a favore delle donne, come #MeToo, e che l’azienda si sia impegnata per migliorare la qualità delle conversazioni sulla sua piattaforma. Ma non basta. Secondo l’organizzazione, sul social ci sono ancora troppi messaggi violenti e Twitter non fornirebbe alle donne strumenti e rimedi adeguati per contrastarli. Gli sforzi della compagnia, poi, verrebbero vanificati dal fatto che l’azienda non mette a disposizioni informazioni dettagliate su come gestisce le segnalazioni di molestie e abusi (i numeri "non sono indicativi", ribatte Twitter, perché "gli strumenti di segnalazione sono spesso utilizzati in modo inappropriato"). Sempre secondo Amnesty, però, Twitter dovrebbe essere più trasparente su questo punto. La reazione dell'azienda contro gli abusi è giudicata inefficace e inadeguata. “Non gli stiamo chiedendo di risolvere i problemi del mondo. Gli stiamo chiedendo di fare cambiamenti concreti che dimostrino seriamente che gli abusi contro le donne non sono benvenuti su Twitter”, ha detto Azmina Dhrodia, ricercatrice di Amnesty su Tecnologia e diritti umani.

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