Usa, Trump: "Sì ai dazi, non ci sarà una guerra commerciale"

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Il presidente statunitense Donald Trump (Ansa)

Durante un incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente statunitense non indietreggia sulla decisione di imporre barriere all'importazione di acciaio e alluminio

“Non cederemo sulle tariffe di acciaio e alluminio”. Dal presidente Usa Donald Trump non arriva alcuna marcia indietro sui dazi di prodotti importati dall'estero (Europa compresa). Trump, durante il suo incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, non si è dimostrato allarmato dal possibile inasprirsi delle tensioni internazionali: “Non credo che ci sarà una guerra commerciale”, ha affermato. La dichiarazione è stata riportata su Twitter dal corrispondente della Cbs alla Casa Bianca Mark Knoller.

 

Cosa prevedono i dazi di Trump

Trump ha rilanciato un sovraccarico delle importazioni pari al 25% sul prezzo dell'acciaio e del 10% su quello dell'alluminio. Misure che coinvolgerebbero non solo la Cina ma anche Europa e Canada. Il presidente americano ha anche minacciato di colpire le auto europee vendute in America se da Bruxelles dovessero arrivare ritorsioni. “Se la Ue vuole aumentare ulteriormente le già massicce barriere imposte alle società Usa che fanno affari lì, noi semplicemente applicheremo una tassa sulle loro auto che liberamente entrano negli Stati Uniti”.

Proteste e appelli a Trump

Visti gli interessi in campo, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha invitato Bruxelles ad avere una reazione “misurata”. Il presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha replicato spiegando che la Ue potrebbe considerare di imporre dazi su famosi prodotti americani, compresi “Harley-Davidson, il bourbon ed i blue jeans”. “Noi – ha aggiunto Juncker - vorremmo una relazione ragionevole con gli Usa, ma non possiamo semplicemente mettere la testa sotto la sabbia”. Possibile anche un ricorso alla World Trade Organization insieme agli altri Paesi danneggiati. Proteste sono arrivati anche dai governi nazionali. Il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert, ha definito i dazi “una strada sbagliata”. Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto all'Europa di “reagire velocemente”. Il premier britannico, Theresa May, ha chiesto a Trump di “non lanciare una guerra commerciale”. E il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito che “le restrizioni sulle importazioni annunciate dal presidente Usa causeranno probabilmente danni non solo al di fuori dagli Stati Uniti ma anche all'economia statunitense, inclusi il suo settore manifatturiero e quello delle costruzioni”. Il fronte degli scontenti, però, toccherebbe anche lo staff del presidente: il consigliere economico della Casa Bianca, Gary Cohn, ha minacciato di dimettersi.

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