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Ema, commissione Pe boccia revisione assegnazione sede ad Amsterdam

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Si complica la battaglia per portare l'Agenzia europea del farmaco a Milano: la commissione Affari costituzionali del Parlamento Ue boccia un emendamento di Bresso (Pd) in cui si chiedeva di eliminare dal testo del nuovo regolamento il riferimento alla città olandese

Si complica la battaglia al Parlamento europeo per la revisione dell'assegnazione dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) ad Amsterdam. La commissione Affari costituzionali dell'Europarlamento - pur criticando il metodo con cui è avvenuta la scelta finale - ha bocciato l'emendamento della relatrice Mercedes Bresso (Pd): in esso si chiedeva di eliminare dal testo del nuovo regolamento dell'Ema, proposto dalla Commissione Ue, ogni riferimento alla città di Amsterdam come nuova sede e di avviare una procedura concordata tra Parlamento e Consiglio per la scelta.

Bocciato con 14 "no"

L'emendamento è stato bocciato con 14 "no", 7 "sì" e un'astensione. Hanno votato a favore i Socialisti e democratici (S&d), di cui il Pd fa parte, e il M5S. Contrario, invece, il Ppe. "Il mio emendamento sull'Ema è un emendamento molto duro e chiede di modificare la scelta della città di Amsterdam e di sostituirla con la necessità di addivenire a un accordo fra co-legislatori", aveva detto Bresso durante il dibattito. Gli unici italiani presenti in aula erano Bresso e la pentastellata Eleonora Evi. 

Commissione Pe ribadisce ruolo co-decisione Eurocamera

La commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo, invece, ha dato luce verde (con 18 voti a favore, 3 contrari e un astenuto) a un altro emendamento di Bresso in cui si critica la mancanza di trasparenza nella scelta di Amsterdam e si ribadisce la prerogativa di co-decisione dell'Eurocamera. Per la decisione della sede dell'Ema, aveva spiegato Bresso presentando l’iniziativa, c'era "un accordo per un processo interistituzionale che non metteva in discussione il ruolo dei co-legislatori", ma "la procedura è stata opaca, con nessuna informazione al Parlamento europeo. È stata gestita da 27 Stati membri e il tutto si è concluso con un'estrazione a sorte di cui non c'è nemmeno il processo verbale, avvenuta in condizioni ignote. Il Parlamento ribadisce di non aver mai ceduto propri poteri legislativi. L'accordo per il processo interistituzionale non è stato rispettato e quindi si propone di cancellarlo e ripristinare il normale accordo di co-decisione".

Bresso attacca Tajani e Weber

"La Commissione ha approvato un mio duro documento di critiche alla procedura e all'assenza di trasparenza nella scelta di Amsterdam come sede dell'Ema. Ma purtroppo la mia proposta, quella di trarne le conseguenze togliendo dal testo la scelta di Amsterdam e avviando una procedura concordata tra Parlamento e Consiglio, è stata votata da tutto il gruppo S&d, ma è stata respinta con il voto determinante di tutto il Ppe e di Alde", ha commentato Bresso. L'europarlamentare ha attaccato il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani e il capogruppo del Ppe Manfred Weber: "Le promesse e le rassicurazioni di Weber e Tajani si sono confermate delle autentiche bufale, così come oggi si è dimostrata anche l'assoluta irrilevanza di Berlusconi nel Ppe". L’eurodeputata dem ha aggiunto che “noi abbiamo votato una proposta con osservazioni molto dure sulla procedura, ma il Ppe ha deciso di non dire 'cancelliamo la decisione e riavviamo una procedura concertata'. Solo il gruppo socialista e i 5 stelle hanno avuto il coraggio di dire che come si è proceduto non andava bene e che bisognava ripartire da zero. Ma eravamo soli: non c'era una posizione forte del Ppe così come ci era stato fatto credere”. “Lo schieramento dei gruppi politici fa pensare che anche se questa posizione dovesse passare in Commissione Ambiente (competente ultima del dossier, ndr) perderemmo in plenaria al Parlamento. Oggi era una chiara indicazione del posizionamento dei gruppi politici”, ha concluso Bresso. A rincarare la dose, nella lettura politica di quanto avvenuto, è stata la capodelegazione del Pd Patrizia Toia: "Oggi il Ppe ha deliberatamente inferto uno schiaffo a Forza Italia. Noi continueremo a batterci per il rispetto del Parlamento europeo".

Il trasferimento di Ema

Il trasferimento di Ema, l'Agenzia europea del farmaco, da Londra si è reso necessario dopo la Brexit. Tra le ultime città in lizza c’era anche Milano. Il capoluogo lombardo si è visto soffiare la possibilità di ospitarla a novembre, a causa di un sorteggio vinto da Amsterdam dopo che le due città erano arrivate pari nella terza votazione. Di recente, però, l’Italia ha sollevato dei dubbi su quanto la città olandese sia pronta ad accogliere l’Ema. Sebbene il sindaco di Milano Beppe Sala sia tornato ad insistere sulla necessità di "dare battaglia fino all'ultimo giorno" e il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni sia tornato a sollecitare l'azione del governo e di un "ravvedimento operoso" dell'Europa, la doccia fredda della commissione Pe non lascia ben sperare per il prossimo voto, quello alla commissione Ambiente del 12 marzo, e quello successivo in plenaria, qualche giorno dopo. 

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