Olimpiadi invernali, primo caso di doping: è pattinatore giapponese
MondoSi tratta di Kei Saito, che è stato sospeso e per questo si è detto "scioccato". Il Comitato olimpico del Paese nipponico fa sapere che lo aiuterà a ripulire il suo nome dopo i Giochi
Primo caso di doping ai Giochi di Pyeongchang 2018: è il giapponese Kei Saito, "sospeso provvisoriamente" dopo un controllo. Il 21enne, riserva della staffetta di short track, è risultato positivo a un diuretico, vietato poiché si ritiene possa mascherare l'assunzione di sostanze dopanti.
Il farmaco vietato e il controllo
Il prodotto in questione, l'acetazolamide, è utilizzato nel trattamento di malattie come il glaucoma o il mal di montagna ma – appunto – può anche essere impiegato per nascondere l'uso di altre sostanze vietate. Il primo test (poi confermato) è stato eseguito la sera dello scorso 4 febbraio, poco prima che Saito andasse a dormire nel villaggio olimpico. Villaggio olimpico che l'atleta ha abbandonato – secondo quanto fatto sapere dal Tribunale arbitrale – dopo aver "accettato in maniera volontaria di essere sospeso provvisoriamente".
L'atleta nega ogni accusa
Secondo quanto riporta tra gli altri il "Time", Kei Saito, ha negato di essersi dopato intenzionalmente e si è detto "estremamente scioccato" dai risultati del controllo. "Non ho mai preso in cosiderazione il doping – ha spiegato – non ho mai utilizzato steroidi anabolizzanti e non ho mai nemmeno pensato di farlo". L'atleta ha fatto sapere di aver accettato la sospensione solo per non "disturbare i compagni di squadra impegnati ai Giochi".
La reazione del Comitato Olimpico
Sulla vicenda, il Comitato olimpico del Sol Levante ha fatto sapere che "è impossibile presentare delle prove che dimostrino il contrario del risultato dei test in un tempo così limitato" e che farà di tutto per "aiutare Saito a ripulire il suo nome" dopo le Olimpiadi. La giuria che gestisce i casi di doping emetterà comunque un verdetto definitivo soltanto dopo che i Giochi saranno conclusi.