Corea del Sud, confidente dell'ex presidente condannata a 20 anni
MondoChoi Soon-sil, la discussa "sciamana" dell'ex capo di Stato Park Geun-hye è stata riconosciuta colpevole di corruzione, abuso di potere e favoritismo
Choi Soon-sil, la confidente della ex presidente della Corea del Sud, Park Geun-hye, è stata condannata a 20 anni di prigione per corruzione, abuso di potere e favoritismo: la richiesta della procura era di 25 anni. Choi è stata riconosciuta colpevole di aver utilizzato la sua amicizia con la leader per estorcere a diverse aziende un totale di 69 milioni di dollari, sotto forma di donazioni a due fondazioni di cui è a capo.
Chi è Choi Soon-sil
Choi Soon-Sil è l'oscuro personaggio al centro dello scandalo che ha travolto la presidente sudcoreana Park Geun-hye e che ha portato alla sua destituzione. La donna non ha mai avuto un incarico ufficiale nel governo del Paese asiatico, ma la sua famiglia per decenni è stata vicina a quella dell'ex capo di Stato. Il primo contatto con i Park risale al padre della Choi: monaco buddista convertito al cattolicesimo, sei matrimoni alle spalle, ex agente di polizia, Choi Tae-Min, morto nel 1994 a 82 anni, aveva fondato un movimento religioso battezzato "Chiesa della Vita Eterna", frutto della fusione di elementi di buddismo, cristianesimo e di un culto sciamanico locale.
Una storia iniziata nel 1974
Choi Tae-Min riuscì a inserirsi nella vita della futura presidente Park Geun-hye nel 1974, quando lei era traumatizzata dall'assassinio della madre. Da quel momento cominciò l'ascesa di Park: la donna, con l'aiuto di Choi Tae-min, riuscì a scalare i vertici del "Movimento per la nuova mente", un gruppo filo-governativo. Le voci di un legame tra i due intanto si susseguivano: “Choi ha avuto il completo controllo sul corpo e della mente di Park negli anni della sua formazione e in questo modo i suoi figli hanno accumulato un'enorme fortuna”, scrisse un ambasciatore Usa in un cablogramma a Washington, reso pubblico da Wikileaks.
La successione di padre in figlia
Alla fine il legame tra i due scatenò le ire del padre di Park Geun-hye, l'allora presidente sudcoreano Park Chung-hee, salito al potere nel 1962 con un golpe militare, che ordinò ai servizi segreti di allontanare Choi. Non molto tempo dopo lo stesso Park fu assassinato dal capo dei servizi segreti, Kim Jae-gyu. E quest'ultimo, durante il processo, sostenne di averlo fatto anche perché il presidente non riusciva ad arginare gli affari corrotti di Choi Tae-min e il misterioso legame con la figlia. Choi morì alla fine del 1994 e le sue vesti di mentore passarono alla figlia, Choi Soon-sil, che sostiene di aver ereditato dal padre i poteri spirituali e l'abilità nella cartomanzia. Il marito di Choi, Jung Yoon-hoi, diventò il braccio destro della Park, ne favorì il ritorno sulla scena politica e aprì la strada al suo successo nella corsa alla presidenza.