Durante la fashion week della Grande Mela, modelle con ali d’angelo sono andate in scena ammanettate a uomini con maschere da maiali. L'obiettivo: denunciare e raccontare i casi di molestie sessuali. L'idea è di Myriam Chalek, direttrice creativa di American Wardrobe
In passerella per denunciare gli abusi
Fra le modelle che hanno preso parte all'iniziativa, anche la 22enne Cheyenne Jacobs che si è fermata alla fine della passerella e ha dichiarato di essere una sopravvissuta di abusi. Ha raccontato al pubblico di essere stata assalita sessualmente al liceo e violentata al college: "Vorrei dire che questo non è solo un movimento, non sono solo storie, ma noi siamo anche persone reali passate attraverso storie reali". In passerella anche Alicia Kozakiewicz, 29 anni, che è stata rapita nel 2002 da un uomo che l’aveva contattata online. Il suo è diventato uno dei primi casi di rapimento dell’era di internet. Kozakiewicz ha raccontato come ha superato la fase della colpevolizzazione della vittima e come è diventata una speaker motivazionale. Poi ha ricordato come il movimento #MeToo non è "basato sull’odio per gli uomini" e nemmeno sul "combattere la violenza con la violenza", ma piuttosto "sul dare gli strumenti alle donne e alle ragazze perché vivano in un mondo libero dalla paura in modo che possano essere al sicuro dalle aggressioni sessuali e dalle molestie".
Il movimento #MeToo "persona dell'anno 2017"
Il movimento #MeToo è stato anche scelto "come Persona dell'anno 2017" da Time. Il riconoscimento era andato alle cosiddette “Silence Breakers”, le donne che hanno rotto il muro del silenzio e denunciato le molestie sessuali subite sul lavoro. A cominciare dalle attrici che avevano lanciato la campagna e l’hashtag sui social per dimostrare quanto sia dilagante il fenomeno degli abusi, soprattutto dopo il caso Harvey Weinstein. Adesso anche il mondo della moda ha risposto all’appello, perché quello delle passerelle è un altro dei settori dove si registrano abusi e violenze.