Giochi PyeongChang, Tas respinge ricorso: 47 russi rimangono esclusi
MondoRespinto l'appello di 45 atleti e 2 allenatori che si erano rivolti al Tribunale arbitrale dello sport contro la decisione del Cio di estrometterli dalla rassegna a cinque cerchi in Corea del Sud
Il Tribunale arbitrale dello sport (Tas) ha respinto il ricorso di 45 atleti e due allenatori russi che si erano appellati contro la decisione del Comitato olimpico internazionale (Cio) di estrometterli dai Giochi olimpici invernali di Pyeongchang in Corea del Sud. A confermare la decisione è stato il segretario generale del Tas, Matthieu Reeb, nel corso di una conferenza al Media press centre di Pyeongchang. Secondo il Tas, infatti, non ci sarebbero prove che il Cio abbia esercitato impropriamente la propria discrezionalità come, invece, sostenevano i ricorrenti.
Gli atleti che avevano fatto ricorso
In un primo momento erano stati 32 gli atleti russi che si eranao rivolti al Tas nella speranza di una riammissione "last minute". Tra questi Viktor Ahn, sudcoreano dello short track naturalizzato russo e vincitore di 3 ori e un bronzo a Sochi, i suoi compagni di squadra Denis Airapetyan e Vladimir Grigoryev, il biatleta campione olimpico in staffetta Anton Shipulin, il fondista Sergey Ustyugov e la pattinatrice Ksenia Stolbova. In un secondo fascicolo, invece, sono stati trattati i ricorsi fatti da altri 15 russi, 13 atleti e 2 allenatori, tra cui il fondista Alexander Legkov, vincitore di un oro a Sochi, e l'ex slittinista Albert Demchenko, argento agli ultimi Giochi e oggi tecnico. Secondo i ricorrenti, le valutazioni delle due commissioni speciali del Cio sarebbero state effettuate "in modo discriminatorio, arbitrario o sleale". Di diverso avviso, invece, è stato il parere degli esperti scientifici nominati dal Tas, per i quali non ci sono prove che le commissioni abbiano esercitato impropriamente la propria discrezione".
Le motivazioni del Tas
Secondo i giudici del tribunale di Losanna, l'elenco creato dal Cio degli atleti russi selezionati per prendere parte ai Giochi come neutrali non sarebbe una sanzione, "ma una decisione di eleggibilità". Il Comitato olimpico internazionale, scrive il Tas nelle sue motivazioni, nonostante l'esclusione dai Giochi della Russia a causa dello scandalo doping delle precedenti Olimpiadi di Sochi, "ha deciso di offrire ai singoli atleti l'opportunità di partecipare a certe condizioni, un processo progettato per bilanciare l'interesse del Cio nella lotta globale contro il doping e gli interessi dei singoli atleti della Russia". Il Tas conclude sottolineando che non ci sarebbe alcuna prova che le due commissioni speciali del Cio abbiano agito in maniera impropria. "Accogliamo con favore la decisione del Tribunale arbitrale sportivo - ha affermato il portavoce del Cio, Mark Adams - che sostiene la lotta contro il doping e porta chiarezza a tutti gli atleti".