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Regno Unito, 100 anni fa il diritto di voto alle donne

Mondo

Liliana Faccioli Pintozzi

Helen Pankhurst, erede delle Suffragette, parla a Sky TG24 di nuovo femminismo: "Il 2018 non è solo un anniversario, c'è qualcosa nell'aria"

Non un semplice anniversario, ma un anno importante di per sé; un anno che, tra 100 anni, verrà a sua volta festeggiato e ricordato. Helen Pankhurst non ha dubbi: "Questo 2018 è qualcosa di diverso, c'è qualcosa nell'aria" ci dice sorridendo, mentre il Regno Unito festeggia la sua bisnonna Emmeline e tutte le donne che insieme a lei sotto gli stendardi del movimento delle Suffragette combatterono, non si arresero e alla fine, dopo più di 50 anni di battaglia politica e 16mila petizioni, dopo più di 1000 arresti e centinaia di ore di sciopero della fame, dopo le vetrine infrante e il sacrificio supremo di Emily Wilding Davison, ottennero l'approvazione del Representation of the People Act, ovvero della legge che concesse il diritto di voto alle donne.

La battaglia per i diritti 

Un passo parziale, molte erano le eccezioni, ma fondamentale per una marcia, quella della parità, che continua ancora oggi. "Nel Regno Unito e in molti altri paesi il femminismo sta rifiorendo", scandisce Hellen."Ci sono tantissime istanze, dal movimento Me Too a TimeIsUp, e in generale c'è la presa di coscienza che le donne debbano farsi sentire, e noi ci stiamo facendo sentire e stiamo creando un cambiamento".

Le sfide di oggi: stop alla violenza sulle donne

Helen Pankhurst parla non solo per "diritto di famiglia", ma per il suo curriculum di attivista lungo una vita intera e riassunto nel suo libro "Deeds, not words" ovvero "Azioni, non parole" come da slogan della sua bisnonna. Per lei, il risveglio di oggi è figlio di quelle donne in bianco, verde e viola. Ed è un risveglio che deve mettere e mette in discussione la società nel suo insieme, dalla rappresentanza politica alla disparità salariale passando per la divisione dei ruoli in famiglia. Con una priorità: la questione della violenza contro le donne, perché è lì che meno è stato ottenuto, con un impatto a 360 gradi. "Ogni sessualizzazione della donna è collegata alla violenza. Ma credo che scegliere un settore sia meno interessante che scegliere un meccanismo. Quello che cambia, quello che può creare il cambiamento, sono le donne che alzano la testa, alzano la voce e dicono: no, non vogliamo più che sia così, noi crediamo di poter avere un mondo più giusto. Le donne, e gli uomini che le sostengono".

Nuovo femminismo

In questo 2018 che sente "pietra miliare", Helen preferisce non commentare la frizioni interne a questa nuova ondata di femminismo, "sono più interessata alle giovani generazioni, sono loro in prima linea" mi risponde quando le chiedo un commento sulla lettera provocazione di Catherine Deneuve; definisce "schizofrenica" la società britannica che vede donne alla guida del governo, della monarchia o della polizia ma allo stesso tempo accetta come normali serate di gala "per soli uomini" o differenze salariali in grado di far tremare la BBC; e alle donne italiane dà un solo consiglio: "Parlate con le altre donne, prendete coscienza del vostro potere". Perché la coscienza è la chiave di tutto.

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