Tripoli, scontri all’aeroporto: 20 morti e oltre 60 feriti

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Un'immagine dell'aeroporto di Tripoli (Ansa)
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Le violenze sono cominciate all’alba dopo un assalto al carcere che si trova nello scalo. Tutti i voli sono stati dirottati dalla capitale a Misurata. Decretato lo stato d'emergenza

E'di 20 morti e oltre 60 feriti il bilancio degli scontri a fuoco che sono in corso dall’alba di questa mattina, 15 gennaio, intorno all'area dell'aeroporto di Tripoli. 

Il direttore dell'ospedale di Tripoli, Abdeldayem Al-Rabti, ha riferito alla tv libica Al Nabaa che tra le vittime ci sarebbero anche almeno due civili. Le tensioni sarebbero iniziate all'alba, anche con colpi di artiglieria, quando un gruppo di uomini armati ha tentato di assaltare la prigione che si trova all'interno dell'aeroporto. Il Consiglio presidenziale ha dichiarato lo stato di emergenza intorno all'area dello scalo fino a quando le operazioni non saranno concluse.

Il Governo d'unità condanna l'attacco

Il Consiglio di presidenza del governo di accordo nazionale libico ha condannato in un comunicato gli scontri armati  nei pressi dell'aeroporto internazionale di Tripoli-Mitiga, aggiungendo che sarebbero stati organizzati per destabilizzare la sicurezza nella capitale e terrorizzare i residenti. Nel comunicato, il Consiglio parla di un'intrusione all'interno dello scalo aereo al fine di liberare alcuni militanti dell'Isis o di Al Qaeda detenuti in una prigione situata dentro l'aeroporto. "La risposta all'attacco denota l'allargamento della coesione tra le varie istituzioni deputate alla sicurezza dello Stato, che hanno riunito gli sforzi per rispondere all'assalto", si legge nella nota.

Voli dirottati a Misurata

Il capo dell'Aviazione civile libica, Nasseraldin Shaeb, ha annunciato che, a causa delle violenze, tutti i voli diretti a Tripoli sono stati deviati su Misurata. Due aerei cargo sulla pista sono rimasti danneggiati e anche l'autostrada che porta allo scalo è stata chiusa. Le violenze, secondo i media locali, vedono impegnate la milizia Zamrina di Bashir Al Buqra e le forze di deterrenza speciali - Rada – di Tripoli di Hathem al Tajouri

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