Aveva 92 anni e si trovava in prigione, dove stava scontando una pena di 60 anni. Fu il mandante dell'omicidio di 3 attivisti per i diritti civili raccontato nel film premio Oscar "Mississippi Burning"
Edgar Ray Killen, predicatore e leader del Ku Klux Klan, è morto all'età di 92 anni nel penitenziario di Parchman. Era stato condannato nel 2005 a scontare 60 anni di prigione, con l'accusa di omicidio collegato alla morte di 3 attivisti per i diritti civili, uccisi nel 1964. La storia fu raccontata anche nel celebre film "Missisipi Burning", girato nel 1988 e premiato con l'Oscar. Le cause della morte di Killen non sono state ancora rese note.
I fatti del 1964
Il 3 giugno 1964 gli attivisti James Chaney, Andrew Goodman e Michael Schwerner arrivarono nella Neshoba County, considerata la roccaforte del Ku Klux Klan. Qui, cercarono di convincere i membri della comunità afroamericana della zona a iscriversi ai registri elettorali, nell'ambito della campagna Freedom Summer. I tre vennero fermati in auto da un vice sceriffo con il pretesto di una multa per eccesso di velocità. Una volta in cella, vennero rilasciati con l'ordine di lasciare subito la contea.
L'omicidio e il processo
Mentre tornavano a casa, due auto li inseguirono. A bordo c'erano alcuni membri del Ku Klux avvertiti da Killen. Costretti a uscire dall'auto, i tre uomini furono uccisi. Il caso fu preso in consegna dall'FBI che rinvenì i corpi in una fattoria dopo 44 giorni di ricerche. Per l'omicidio furono arrestate 18 persone, tra cui Killen, considerato il capo della cellula locale del Ku Klux Klan. Il processo, celebrato nel 1967, portò alla condanna di 7 persone, ma non Killen: la giuria, costituita da persone di razza caucasica, non trovò accordo sul verdetto. 11 membri della giuria si pronunciarono a favore della sua colpevolezza, ma a salvarlo dal carcere fu una donna convinta che fosse impossibile condannare un predicatore religioso.
Il Civil Rights Act e "Mississippi Burning"
La vicenda segnò un'autentica svolta sul fronte dei diritti civili e facilitò il passaggio del Civil Rights Act. Firmato appena 15 giorni dopo la risoluzione del caso dal presidente Lyndon B. Johnson, successore di Kennedy. La legge dichiarò illegali le disparità di registrazione nelle elezioni e la segregazione razziale nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle strutture pubbliche in generale. Fu una pietra miliare della lotta per i diritti civili. A questa storia fu anche dedicato il film "Mississippi Burning. Le radici dell'odio", diretto da Alan Parker. Nel cast, Willem Dafoe e Gene Hackman.
La riapertura del caso
Molti anni dopo la sentenza, Killen dichiarò al New York Times nel 1998: "Quei ragazzi erano comunisti che andavano in una scuola di addestramento comunista. Mi dispiace che siano stati uccisi, ma non posso mostrare rimorso per qualcosa che non ho fatto". Grazie al film dedicato all'omicidio, l'interesse per la storia restò vivo. Il giornalista Jerry Mitchel approfondì le sue ricerche e lavorò sul caso per molti anni producendo anche un documentario. Soltanto nel 2005, più di quarant'anni dopo gli omicidi il caso fu riaperto e Killen venne riportato al centro della scena. Il 21 giugno di quello stesso anno fu condannato a 60 anni di carcere con l'accusa di omicidio preterintenzionale e venne identificato come il mandante dell'uccisione dei tre attivisti.