Trump: farò come Reagan per fronteggiare 'fake news e fake book'
MondoIl Tycoon torna a scrivere su Twitter per difendersi dopo l’uscita di 'Fire and fury', insinuando l’esistenza di una campagna diffamatoria simile a quella che colpì, durante il suo secondo mandato, il quarantesimo presidente degli Stati Uniti
Illazioni per screditare la presidenza
Il Tycoon, a distanza di poche ore, torna a far riferimento al quarantesimo presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, per difendere la propria stabilità mentale messa sotto accusa dal libro firmato da Michael Wolff. Il 6 gennaio, infatti, Trump aveva già scritto: "I democratici e i loro tirapiedi, i media produttori di fake news, hanno tirato fuori il manuale Ronald Reagan e sbraitano sulla stabilità mentale e l'intelligenza". In carica dal 1981 al 1989, durante il suo secondo mandato, Reagan era stato oggetto di speculazioni che sostenevano fosse affetto da Alzheimer e che, per questa ragione, non fosse in grado di ricoprire l’incarico. All’ex presidente, nel 1994, era stata effettiivamente diagnosticata la patologia.
Dibattito sulla salute mentale del presidente
L’uscita del libro 'Fire and fury', dopo aver catalizzato l’opinione pubblica sulle possibili connivenze tra lo staff di Trump e la Russia, anche grazie ad alcune dichiarazioni dell’ex chief strategist della Casa Bianca, Steven Bannon, ha spostato il dibattito sulla stabilità mentale del presidente. Tutto il suo entourage alla Casa Bianca, ha dichiarato l'autore del libro nei giorni scorsi, lo ritiene un "idiota", un "bambino". Accuse che non vengono fatte per la prima volta: lo scorso ottobre, ad esempio, il presidente della commissione Esteri del Senato, il repubblicano Bob Corker, aveva paragonato gli uffici presidenziali ad un asilo per adulti: "So da fonti sicure che ogni giorno, alla Casa Bianca, lo scopo è contenerlo". Nei prossimi mesi, come annunciato lo scorso 7 dicembre dalla portavoce Sarah Sanders, Trump dovrebbe sostenere una visita generale al Walter Reed National Military Medical Center, a cui in passato si sono sottoposti quasi tutti i suoi predecessori. I test, che dovranno constatare anche la salute mentale del presidente, una volta terminati dovranno essere resi pubblici. Trump, 71 anni, è il candidato più vecchio ad essere stato eletto alla Casa Bianca e durante la campagna si è rifiutato di svelare dettagliati dati medici sul suo stato di salute.