Secondo un rapporto pubblicato dall’organizzazione, sono migliaia gli appartenenti al gruppo etnico di religione islamica massacrati in Birmania. Di questi 730 sarebbero bambini sotto i cinque anni. A causa delle violenze, 645mila profughi sono fuggiti in Bangladesh
Un continuo massacro
La maggior parte delle vittime, stima Msf, sono state uccise in maniera atroce: "Secondo le stime più prudenti, sui 9mila decessi accertati, nel 71.7% dei casi la causa è legata direttamente alla violenza". La maggior parte delle vittime hanno perso la vita perché colpite da armi da fuoco (69% dei casi negli adulti e 59% nei bambini), ma molti altri sono stati bruciati vivi nelle loro case (9% negli adulti e 15% nei bambini), alcuni sono morti a causa di violente percosse (5% negli adulti e 7% nei bambini) o a causa dell’esplosione di mine (2% nei bambini).
Numeri sottostimati
"Il numero totale dei decessi è probabilmente sottostimato perché Msf non ha condotto indagini in tutti i campi profughi in Bangladesh, oltre a non essere riuscita a intervistare i Rohingya ancora in Birmania", spiega il dottor Sidney Wong che ha curato il rapporto. "Abbiamo sentito parlare di intere famiglie morte nelle loro case a cui era stato dato fuoco". Secondo le stime, il numero di Rohingya morti nel primo mese dopo l’inizio del conflitto si attesterebbe tra le 9.425 e le 13.759 persone, includendo almeno mille bambini di età inferiore ai 5 anni.
La fuga verso il Bangladesh
"Ancora oggi molte persone stanno fuggendo dalla Birmania verso il Bangladesh", spiegano da Msf. "Chi riesce ad attraversare il confine racconta di essere stato vittima di violenza nelle ultime settimane". Sarebbero infatti più di 647mila i Rohingya fuggiti dal Myanmar per trovare rifugio in Bangladesh, dove oggi vivono in campi sovraffollati e in scarse condizioni igieniche.