Argentina, un magistrato chiede l’arresto di Cristina Kirchner
MondoIl giudice federale Claudio Bonadio ha chiesto alla Camera alta di autorizzare la detenzione preventiva della senatrice ed ex presidente che, durante il suo mandato, avrebbe firmato un memorandum con l’Iran per coprire le responsabilità dell’attentato all’Amia nel 1994
Claudio Bonadio, un giudice federale argentino, ha chiesto alla Camera alta di autorizzare l’arresto preventivo della senatrice Cristina Fernandez de Kirchner e la destituzione dal Senato. L’ex presidente è stata incriminata nell'ambito dell'inchiesta su un memorandum d'intesa firmato fra il suo governo e l'Iran con lo scopo di coprire i colpevoli dell’attentato contro l'associazione ebraica Amia di Buenos Aires, nel 1994. I capi d'accusa, come riporta la stampa argentina, sono di tradimento alla patria, depistaggio aggravato e ostruzione dell'attività giudiziaria. Bonadio, per le stesse ragioni, ha già fatto arrestare Carlos Zannini, l'ex segretario di Kirchner durante la sua presidenza, e il leader peronista Luis D'Elia.
L’attentato contro l'associazione ebraica Aima
L'inchiesta condotta dal giudice federale argentino fa riferimento a un memorandum d’intesa firmato il 27 gennaio 2013 in Etiopia tra il governo Kirchner e Teheran che, secondo l’accusa, prevedeva "l’impunità dei ricercati iraniani nella causa Amia, con l'intenzione di fabbricare l'innocenza dell'Iran". Un risultato che sarebbe dovuto essere raggiunto attraverso l'istituzione di una commissione d’inchiesta che però, secondo Bonadio, avrebbe avuto lo scopo di insabbiare la verità. L’attentato a cui si fa riferimento è quello del 18 luglio del 1994, quando un camioncino pieno d’esplosivo distrusse la sede dell'associazione ebraica Amia di Buenos Aires, provocando la morte di 85 persone. A seguito dell’attacco sono stati incriminati sette alti dirigenti iraniani, accusati di aver organizzato l’azione, poi messa a segno da terroristi di Hezbollah, probabilmente assistiti da elementi locali.
La morte del pm Alberto Nisman
L’inchiesta di Bonadio raccoglie il lavoro del pm Alberto Nisman che venne trovato morto nel suo appartamento di Buenos Aires nel 2015, quattro giorni dopo aver accusato il governo Kirchner di voler fabbricare l’innocenza dei dirigenti iraniani. Il magistrato, ucciso da uno sparo alla testa in circostanze finora non chiarite dalla giustizia argentina, sosteneva che il governo avesse agito nell'ombra per occultare il coinvolgimento di Teheran nell'attentato, al fine di non compromettere i rapporti economici fra i due Paesi.