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Paradise Papers, spunta anche Apple. L'azienda: mai evaso le tasse

Mondo
Un'immagine degli uffici Apple (foto d'archivio Getty)

Secondo il New York Times, l'azienda di Cupertino avrebbe creato a Jersey, al largo della Gran Bretagna, una struttura "segreta" per evadere le tasse. Nei file dell'inchiesta anche Lewis Hamilton, che avrebbe eluso le imposte per il pagamento di un jet privato

Nuove rivelazioni nell’ambito dei “Paradise Papers”, i file che starebbero facendo scoprire i soldi portati all’estero da celebrità e personaggi famosi. Secondo il New York Times, che cita anche documenti segreti dello studio legale Appleby, l’isola di Jersey, nel canale della Manica, sarebbe il "nuovo paradiso fiscale" di Apple, creato dopo il giro di vite dell'Antitrust Ue con la richiesta di pagare miliardi di tasse arretrate. L’azienda di Cupertino si difende: la struttura sarebbe stata creata "per preservare i pagamenti delle tasse negli Usa. Siamo i più grandi contribuenti al mondo". Non solo: nell’immenso flusso di denaro svelato dai “Paradise Papers” ci sarebbero pure 16,5 milioni di sterline riconducibili al fresco vincitore del Mondiale di Formula 1, Lewis Hamilton, sottratti al fisco e trasferiti con "un marchingegno" su conti offshore dell'Isola di Man. La replica del pilota: "Ogni cosa è stata fatta alla luce del sole".

Le accuse a Apple

Apple, scrive il New York Times, avrebbe accumulato più di 128 miliardi di dollari di profitti offshore, non tassati dagli Stati Uniti né da altri Paesi. Strategie come quella usata da Apple per l'isola di Jersey, e usate da altri colossi, costerebbero ai governi a livello mondiale circa 240 miliardi di dollari di entrate perse ogni anno, in base ai dati dell'Ocse del 2015 citati dal quotidiano statunitense. Apple avrebbe scelto Jersey dopo le indagini del Congresso americano sull'elusione fiscale e dopo il giro di vite dell’Antitrust dell’Unione Europea sui benefici concessi dal governo dell’Irlanda all’azienda. Dell’isola al largo della Manica parla anche la BBC che definisce quella creata da Apple a Jersey "una struttura segreta per evitare il pagamento di miliardi di tasse".

Apple si difende

Con un comunicato stampa l’azienda di Cupertino ammette l’esistenza della struttura di sua proprietà a Jersey, ma la riorganizzazione sarebbe stata fatta "esclusivamente per assicurare che gli obblighi e i pagamenti fiscali negli Stati Uniti non venissero ridotti". Apple in pratica sostiene che la maggior parte dei tributi vada versata proprio agli Stati Uniti, "dove vengono realizzati progetti, sviluppo, ingegneria", e che "non c’è stato alcun beneficio fiscale per Apple". Dopo il trasferimento a Jersey, continua il comunicato, l'azienda "ha pagato miliardi di dollari di imposta statunitense sui redditi da investimento di questa controllata". La riorganizzazione a Jersey "non ha ridotto i versamenti fiscali o le imposte di Apple in nessun Paese". L’azienda di Cupertino rivendica, nella chiusura della nota, di essere "il più grande contribuente al mondo. Abbiamo pagato più di 35 miliardi di dollari di imposte sul reddito aziendale negli ultimi tre anni, oltre a miliardi di dollari in più di tassa immobiliare, imposta sul reddito, imposta sul reddito e Iva".

Hamilton, milioni offshore per un jet privato

Avrebbe portato soldi offshore, in particolare all’Isola di Man, anche Lewis Hamilton, da poco laureatosi campione del mondo di F1 per la quarta volta. Secondo il Guardian, il pilota britannico avrebbe evitato di pagare le tasse sull’acquisto di un jet privato, facendosi rimborsare 3,3 milioni di sterline di Vat (l’Iva britannica) sul prezzo complessivo di 16,5 milioni. Hamilton avrebbe aggirato il fisco trasferendo fiscalmente l’acquisto del jet sull'Isola di Man nel 2013, facendo apparire il tutto come un'operazione di leasing consentita, nel Regno Unito o nell'Unione Europea, solo per velivoli usati a scopo di business commerciale e non a titolo personale. Il pilota ha risposto alle accuse attraverso un suo portavoce: "Essendo uno sportivo globale che paga tasse in un vasto numero di Paesi, Lewis si affida a un team di consulenti professionisti nella gestione dei suoi affari. Questi consulenti hanno rassicurato Lewis che ogni cosa è stata fatta alla luce del sole e la questione è ora nelle mani dei suoi avvocati".

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